S. U., Il Sole 24 Ore 19/2/2011, 19 febbraio 2011
IL VIAGGIO ORMAI PARTE DAL WEB
Sarà pure che, come spiega il direttore di Assotravel, Francesco Granese, per prenotare una vacanza usando tastiera e mouse servono quattro ore, ma pare proprio che agli italiani piace trascorre questo tempo davanti al computer. Quest’anno, spiega l’Istat, «la quota dei viaggi effettuati utilizzando preventivamente internet per prenotare l’alloggio e il trasporto è stata pari al 28,4 per cento». Si tratta di un dato in crescita almeno dal 2004, quando la quota era del 7,7, raddoppiata due anni dopo con il 15,3%, mentre era il 18,8 nel 2007, il 21,4 nel 2008, il 23,9 nel 2009.
A questo trend ne corrisponde uno analogo per intensità ma di segno opposto che riguarda il numero di agenzie di viaggio: 10.931, al momento, in calo rispetto alle 11.934 nel 2009, erano 14.083 nel 2008. Questo vuol che se crescono gli amanti della vacanza a portata di clic, lo sviluppo di internet rischia di assottigliare il mercato delle agenzie di viaggio. «O almeno - spiega Granese - di quelle che non comprenderanno che ci troviamo ad attraversare la stessa trasformazione che il mondo produttivo ha vissuto tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo».
Per spiegare a cosa fa riferimento, Granese cita Enzo Ferrari che «seppe intuire in tempo il cambiamento dell’industria automobilistica e creare la "Ferrari"». Ora aggiunge: «Le agenzie di viaggio devono decidere cosa fare da grandi». E il nemico non è internet. «Ci sono siti come Expedia che hanno un canale per le agenzie. Poi, se guardiamo i numeri constatiamo che le agenzie tengono il 30% del mercato per un giro d’affari che vale 5 miliardi. Storicamente c’è sempre stato un 70% di fai da te, la novità è che nel fai da te è entrato internet».
La rete mette in crisi il modello di sviluppo economico finora portato avanti. «Tuttavia - dice Granese - a essere messe in difficoltà sono quelle realtà che non riescono a dare valore aggiunto». Un esempio? «A Matera - racconta - c’è un’agenzia che riesce a vendere pacchetti non solo in Italia ma anche in Francia proponendo itinerari per amanti dell’archittetura». Dagli Stati Uniti arrivano segnali confortanti: «C’è una fetta di utenti che tornano alle agenzie, per trattenerli bisogna però sapere centrare le loro aspettative».