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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

QUOTA ROSA RECORD NELLE FILIPPINE

Le Filippine non solo hanno messo a segno una crescita record dell’economia nel 2010 (+7,3%), ma detengono anche il primato mondiale di presenza di donne nel senior management. Non che esista una correlazione tra i due fattori, certo però che gli economisti iniziano a sottolineare anche il fattore femminile nelle loro analisi. Il primato nella presenza di donne nel management, emerso da uno studio di Grant Thorton Cina, ha permesso al paese di guadagnare la nona posizione nel Global Gender Gap Index 2010 stilato dal World Economic Forum.

Le Filippine, 47% di presenza femminile nel senior management, non sono l’unica sorpresa dello studio della società di consulenza. Nei primi 20 posti c’è un unico paese occidentale, la Finlandia proprio al ventesimo posto. In testa, al secondo posto, la Russia (42%), seguita dalla Tailandia (38%).

L’Italia arriva molto dopo, al 25esimo posto con il 21% di presenza femminile nel management, in crescita rispetto al 14% di solo due anni prima. Nonostante la crescita, però, resta ancora molto da fare. «Le donne in carriera si trovano ancora di fronte a una salita. Mancano strutture di supporto, sgravi fiscali e una cultura che permetta di conciliare la carriera e gli impegni familiari» commenta Marisa Montegiove, vicepresidente di Manageritalia Milano e responsabile del Gruppo Donne Manager Manageritalia.

Assidai, fondo sanitario integrativo di Federmanager ha un’osservatorio privilegiato sul mondo dei dirigenti e dei quadri dell’industria italiana. Dall’ultima indagine condotta da Federmanager Minerva, in collaborazione con Ermeneia su un campione di circa 1.000 dirigenti, risulta che la stima sulla presenza femminile in ambito dirigenziale sia in crescita: per il 45,6% delle donne e per il 40,8% per gli uomini intervistati. «Resta il fatto che nelle aziende considerate il rapporto tra dirigenti donna e dirigenti uomo è di 1 a 6, mentre quello tra quadri donne e quadri uomo è di 1 a 2 nelle aziende delle dirigenti e di 1 a 4 in quelle dei dirigenti» sottolinea Lorena Capoccia, presidente di Assidai, aggiungendo: «Un dislivello, quindi, ancora significativo che incide sulle aspettative di carriera e le dinamiche interne alle aziende. Per questo motivo stiamo indagando con Sda Bocconi gli effetti che queste dinamiche impattano sullo stress e la qualità della vita delle donne manager». Sempre dalla ricerca emerge che le aree aziendali nelle quali operano le donne dirigenti sono amministrazione,controllo e finanza (39,6% del campione); commerciale, marketing, customer service (38,1%); risorse umane (32,7%); fiscale e legale (20,2%); comunicazione (20,6%) e direzione generale (14,7%). Oltretutto le donne meno degli uomini dipendono direttamente dal capo-azienda: il 43,6% del campione femminile contro il 61,7% degli uomini.

Un segnale positivo, potrebbe venire, secondo l’80% delle manager italiane, dall’approvazione del disegno di legge Golfo(Pdl)-Mosca(Pd) sulle quote di genere nei cda, che domani arriverà al dibattito in aula al Senato. La scorsa settimana Confindustria, Ania e Abi hanno chiesto una maggiore gradualità nell’applicazione della quota di un terzo e una sanzione più lieve rispetto alla decadenza del cda prevista. Emendamenti in questo senso sono stati presentati dal Pdl. «I nostri politici - osserva la Montegiove - devono imparare ad ascoltare la base, non solo le lobby. Noi abbiamo invitato le nostre 3.800 iscritte a inviare una mail di protesta al presidente del Senato a riguardo».