Lorena Loiacono, Leggo 21/2/2011, 21 febbraio 2011
PROFONDO ROSSO
ROMA - Uno specchio d’acqua rosso sangue, tanto scenografico quanto inquietante: è questo l’insolito panorama che si scorge dalle finestre della residenza estiva dei Papi. Il lago di Albano infatti, a Castel Gandolfo, è invaso dall’alga rossa, altamente dannosa per la flora, la fauna e i residenti: produce infatti una microcistina cancerogena.
Si chiama Plankthotrix rubescens la mucillagine responsabile di aver tinto di rosso le acque del lago con un fenomeno tipico della sua fioritura invernale: «Il problema non è la presenza dell’alga ma di quei fattori che contribuiscono al suo sviluppo massiccio – spiega la dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde) - primo fra tutti è responsabile l’inquinamento dovuto agli scarichi civili abusivi e alle coltivazioni agricole con quantitativi spropositati di fertilizzanti e fitofarmaci. Ed è alto il rischio per la salute dell’uomo: l’alga produce numerosi tipi di tossine che possono provocare danni a livello epatico, gastrointestinale, polmonare e cutaneo, classificate come sostanze cancerogene di classe 2B dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Purtroppo la microcisteina rilasciata nell’acqua viene assunta anche dalla fauna ittica che la concentra nelle carni». L’alga arriva nei laghi solitamente trasportata dagli uccelli acquatici e il suo rapido sviluppo rende eutrofiche le acque lacustri: povere di ossigeno.
«Casi come quello di Albano sono riscontrati anche nei vicini laghi di Nemi e Vico dove la situazione è aggravata dalla presenza dell’arsenico – continua l’esperta, Antonella Litta – è essenziale intervenire con il controllo delle pratiche agricole e dell’inquinamento, come quello degli scarichi fognari abusivi. E’ inoltre necessario, nel frattempo, fornire acqua alle popolazioni da fonti alternative a quelle dei laghi».