Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 19 Sabato calendario

MISTER IKEA ACCUSATO DI ESSERE UN EVASORE FISCALE

Una SQuadra di giornalisti della tv pubblica svedese ha condotto per un anno un’inchiesta su strani movimenti finanziari attorno a Ingvar Kamprad, scoprendo un’organizzazione molto poco trasparente, con ramificazioni fino in Liechtenstein.
I sospetti di evasione fiscale non hanno però minimamente intaccato la popolarità del fondatore dell’Ikea.
Anzi. Centinaia di suoi concittadini hanno gridato alla caccia alle streghe. Infatti, spiega Olle Zachrison, caporedattore economia del quotidiano Svenska Dagbladet, «non c’è nessun argomento che provoca tante reazioni in Svezia come Ikea o Ingvar Kamprad».
Poco importa se il gruppo, fondato nel 1943, non è più svedese. Le attività del marchio, i punti vendita e le fabbriche sono riunite in seno al gruppo Ingka holding, controllato dalla Stichting Ingka foundation, con sede nei Paesi Bassi. Il marchio appartiene alla compagnia olandese Inter Ikea Systems, la cui casa madre, Inter Ikea holding, ha sede in Lussemburgo.
Fin qui nulla di nuovo. I giornalisti hanno però scoperto che per ogni prodotto venduto, il 3% del prezzo è riversato alla holding Inter Ikea, che detiene tutti i diritti di proprietà. Qualcosa come 9 miliardi di euro in vent’anni sono andati a finire, senza mai essere tassati, sui conti di una fondazione con sede in Liechtenstein controllata dalla famiglia Kamprad. Una sorpresa, visto che il fondatore del marchio, oggi 85enne, assicura di aver passato la mano dal 1983 e di vivere in maniera molto semplice: guida una vecchia auto, indossa vecchi abiti e perfino i suoi più stretti collaboratori prendono l’autobus al posto del taxi.
In Svezia non si tollera il fatto che una personalità pubblica menta. Così Kamprad si è preso la briga di scrivere una lettera e di pubblicarla sul sito del gruppo, assicurando di aver sempre detto la verità.
Le reazioni degli svedesi non si sono fatte attendere, ma solo per sostenere il fondatore dell’Ikea, al quale viene sempre perdonato tutto: dalle simpatie naziste durante la seconda guerra mondiale al suo esilio in Svizzera, alle sue proprietà, valutate diversi milioni di euro. E adesso anche l’evasione fiscale.
Sì, perché la saga Ikea fa sognare e i miti, come si sa, non si toccano.