Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 20/02/2011, 20 febbraio 2011
APOSTOLI SENZA AUREOLE NELLA CENA DI LEONARDO
Nell’Ultima Cena, sulle teste di Gesù e degli Apostoli non sono raffigurate le aureole come invece si vede in tutte le altre rappresentazioni dell’iconografia cristiana. La mancanza è per me incomprensibile, e per giunta è in una delle opere più importanti del Rinascimento. Perché Leonardo da Vinci non le ha dipinte? Basta, a spiegare l’assenza delle aureole, il fatto che Leonardo fosse ateo o, comunque, fortemente laico?
Lele Roicota, Foggia
Caro Roicota, la sua domanda mi ha incuriosito. Alla ricerca di una risposta, che personalmente non saprei darle, ho deciso di passare il suo quesito a uno storico dell’arte che ha dedicato gran parte del suo lavoro di storico e ricercatore a Leonardo ed è noto nel mondo come uno dei maggiori studiosi leonardeschi. È Pietro C. Marani, professore al Politecnico di Milano, già direttore della Soprintendenza per i Beni storici e artistici di Milano, autore tra l’altro di «Leonardiana. Studi e saggi su Leonardo da Vinci» (Skira ed.). Ha pubblicato anche un libro intitolato «Leonardo. L’ultima Cena» , scritto con Pina Brambilla Barcilon che ha lungamente lavorato al restauro dell’affresco di Santa Maria delle Grazie. La parola a Pietro C. Marani.
«Se si escludono alcuni dipinti religiosi di età giovanile (Annunciazione e Battesimo di Cristo agli Uffizi, Madonna Benois all’Ermitage di San Pietroburgo), Leonardo non ha mai raffigurato le aureole nelle pitture della sua maturità. Non ci sono nella Vergine delle Rocce al Louvre (e, nella versione della National Gallery di Londra, esse sono aggiunte di epoca successiva), nel Cenacolo e nemmeno nel san Giovanni e nella Sant’Anna al Louvre. Benché le tracce di un’aureola incisa nell’intonaco siano state ritrovate durante l’ultimo restauro sopra la testa di uno degli Apostoli nel Cenacolo (ma non sappiamo se fatte da Leonardo o da qualcuno dopo di lui), si può affermare che Leonardo, attento a riprodurre soltanto gli aspetti del visibile, essendo per lui l’arte specchio della natura, non trovava coerente raffigurare le aureole nei suoi dipinti. Anzi, la cura da lui posta nella rappresentazione della realtà fu un elemento già apprezzato dal cardinal Federico Borromeo fin dal Seicento, che lodò la verosimiglianza storica posta da Leonardo nel suo capolavoro milanese. Se, in definitiva, l’arte era per Leonardo una scienza, il fatto di non raffigurare aureole mostra la sua totale adesione a questo concetto senza per questo che venga negata la sacralità del creato e della natura tutta. Leonardo dirà infatti nel suo Trattato della Pittura che "la pittura è sola imitatrice di tutte l’opere evidenti di natura... e adonque rettamente la chiameremo nipote d’essa natura e parente d’Iddio". Piuttosto, c’è da notare, nel Cenacolo, che al posto dell’aureola sopra la testa di Cristo, la fortissima luce che Leonardo ha immaginato provenire dal lontano paesaggio alle sue spalle, sembra assolvere "scientificamente"alla mancanza dell’aureola stessa» .
Sergio Romano