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 2011  febbraio 20 Domenica calendario

FLI, UN ALTRO «ADDIO» ALLA CAMERA —

La sera del 5 settembre, sulla piazza ormai quasi deserta di Mirabello, c’è un abbraccio vigoroso e felice. Protagonisti, tre uomini: il deputato Luca Bellotti, il deputato Enzo Raisi e l’imprenditore Vittorio Lodi, i tre organizzatori della festa ferrarese, dove Gianfranco Fini ha appena proclamato che il Pdl non c’è più e ha gettato il seme del nuovo partito, Futuro e Libertà. Ieri Bellotti (centravanti della nazionale dei parlamentari, una vistosa somiglianza con l’ex allenatore della Roma, Spalletti), ha abbandonato Fini, è tornato nel Pdl. Un comunicato del partito di Berlusconi spiega che Bellotti, nato a Trecenta, provincia di Rovigo, «ha da sempre una storia di centrodestra e non ha mai fatto venire meno il suo sostegno al governo, almeno fino a quando Fli non ha deciso di votare la sfiducia» . Uno dei tanti che non ha digerito il passaggio della nuova formazione di Fini da «terza gamba» della maggioranza a forza di opposizione molto, ma molto, anti-Berlusconi. Avevano annunciato l’addio, nei giorni scorsi, Pontone e Menardi al Senato e Rosso alla Camera. È in atto un forte lavoro di pressing sugli altri da parte di Daniela Santanché, di Denis Verdini, di Andrea Augello. All’inizio della settimana potrebbero dire addio a Fini i deputati Giuseppe Scalia (coordinatore in Sicilia del partito), Giorgio Conte (fu il primo capogruppo di Fli) e naturalmente l’attore Luca Barbareschi. Ma «riflettono» anche Patarino e Divella e perfino amici e collaboratori storici del presidente della Camera, come l’avvocato Consolo, l’ex segretario particolare Proietti Cosimi e l’ex portavoce Andrea Ronchi. Al Senato il gruppo (già passato da dieci a otto) si riunisce martedì e lo stesso capogruppo Pasquale Viespoli è tentato dall’uscita, assieme a Mario Baldassarri, che ha un ruolo decisivo nella «bicameralina» sul federalismo. Mentre il suo partito fatica e soffre, Fini ieri, nel primo pomeriggio, prende un’altra decisione poco conciliante verso i suoi uomini più moderati e tradizionalisti: nomina Benedetto Della Vedova «commissario» in Piemonte, dove non c’è più nemmeno un parlamentare, dopo le ultime uscite. «Questa mossa ha il sapore della provocazione. Stiamo diventando il partito Radicale?» , si chiede uno dei finiani che avversa la svolta di Fini a Milano, la consegna del partito nelle mani di Bocchino, la messa in ombra di Adolfo Urso. L’ex radicale Della Vedova a Milano è stato designato, a sorpresa, capogruppo alla Camera, proprio al posto di Urso. «Tra l’altro— dicono sempre dall’ala moderata di Fli— la scelta non è neanche "territoriale": Della Vedova non è piemontese, è nato a Sondrio» . L’operazione Augello-Santanché Verdini procede spedita. Con il passaggio di Bellotti, la maggioranza arriva a quota 319 e ci sarà pure un riequilibrio nelle commissioni parlamentari a vantaggio del centrodestra. Il caso più delicato, visto il suo peso politico, resta quello di Adolfo Urso, che ha fatto il coordinatore di Fli dall’inizio fino alla scorsa settimana e si è sentito offrire il posto di semplice portavoce. Urso ha ricevuto telefonate dai ministri La Russa e Matteoli e da Berlusconi in persona. Per convincerlo a sbattere la porta, a dire addio a Fini. Lui è tormentato, sotto shock per la mancanza di attenzione ricevuta dal suo leader, ma confortato da centinaia di messaggi su Facebook, che lo incoraggiano a continuare la battaglia contro ogni apertura a sinistra. Augello è l’ideologo di questo delicato momento politico. Anche lui proviene da An, ma è radicato nel Pdl: «Il paradosso — dice — è che in un momento di apparente grande difficoltà, Berlusconi si sta rafforzando. Io penso che gli uomini di Fli che vivono il disagio potrebbero confluire in una formazione che diventi (come doveva essere Fli all’inizio) la "terza gamba"della maggioranza. Una formazione che può accogliere anche parlamentari ex Margherita che non si ritrovano più nel Pd e parti di Udc» . Ci sono già i nuclei dei «responsabili» alla Camera e anche Forza del Sud di Micciché. Augello pensa al Pdl futuro come una sorta di «Federazione dei partiti del centrodestra» . E Fini? «Non ha intenzione di rinunciare al progetto Fli, anche se la maggioranza dovesse raggiungere alla Camera quota 325» , dice il suo portavoce Fabrizio Alfano, smentendo le indiscrezione di una fonte vicina al partito.
Andrea Garibaldi