ENRICO FRANCESCHINI , la Repubblica 19/2/2011, 19 febbraio 2011
ORSI, I SEGRETI DEL LETARGO PER IBERNARE GLI ASTRONAUTI - LONDRA- È
un motorino che fa così: grr, grr, grr. Ogni tanto si ferma, poi riparte. Proviene da una massa informe che solo dopo attenta osservazione si rivela per quello che è: una palla di pelo. Ovvero un Ursus Americanus, denominazione dell´orso bruno d´Alaska, che sta russando raggomitolato su se stesso, in letargo dentro una comoda tana. Alla comodità del rifugio, tuttavia, non ha provveduto lui: è stato l´uomo. Un gruppo di scienziati che ha riempito la tana di telecamere e sensori, potendo così studiare il fenomeno dell´ibernazione invernale in un mammifero di larghe dimensioni. Il letargo di piccoli mammiferi come gli scoiattoli era già ben noto alla scienza. Ma per la prima volta è stato studiato approfonditamente quello di animali molto più grossi. Le implicazioni sono evidenti: le dimensioni degli orsi sono simili a quelle degli esseri umani. E se l´uomo riesce a svelare il segreto del letargo di quei bestioni, potrebbe addormentarsi anche lui per lunghi periodi, come fanno loro tutti gli inverni. Era questo lo scopo della ricerca compiuta dagli scienziati dell´Institute of Arctic Biology dell´Alaska, con almeno due possibilità di utilizzo: per la medicina, in modo da indurre uno stato letargico per curare pazienti colpiti da infarto o da altri gravi disturbi; e per i lunghi viaggi nel cosmo, quando potrebbe diventare conveniente "ibernare" gli astronauti per ridurne le necessità metaboliche, come succede nel capolavoro di Kubrick "Odissea nello spazio".
L´orso bruno dell´Alaska trascorre in letargo fino a 7 mesi l´anno, senza mangiare, bere, urinare o defecare, e quando si risveglia è come se fossero passati sette secondi: è praticamente nella stessa condizione fisiologica in cui era prima di addormentarsi. L´esperimento dei ricercatori americani, pubblicato su Science, ha permesso importanti scoperte. Una è che durante il letargo gli orsi sono in grado di ridurre il battito cardiaco ad appena 14 battiti al minuto, fermando completamente il cuore per 15-20 secondi. Un´altra è che il loro metabolismo (cioè la quantità di energia che consumano) cala del 75 per cento, in proporzione molto più della temperatura corporea, che scende molto poco, da 38 a 30 gradi. E una terza scoperta è che emergono dal letargo in perfetta salute, senza perdita di massa muscolare, riprendendo la routine sebbene il livello del metabolismo rimanga più basso per altre tre settimane. Ignari di essere al centro di così tante attenzioni durante il loro lungo sonno, gli orsi protagonisti dell´esperimento offrono dunque prospettive fantascientifiche all´uomo. «Se una persona subisce un attacco cardiaco, si riduce la capacità del cuore di inviare ossigeno al cervello, con rischio di gravi danni cerebrali», spiega il professor Brian Barnes che ha diretto la ricerca. «Ma ibernando il paziente potremmo tenerlo in uno stato protetto, durante il quale il cervello ha bisogno di molto meno ossigeno, dandoci più tempo per curarlo».
In modo analogo, nella prospettiva di viaggi spaziali che durino mesi o anni, aggiunge lo scienziato, «sarebbe conveniente poter mettere gli astronauti in uno stato di ridotto metabolismo o sospesa animazione». Augurandosi che non ci sia a bordo un computer dispettoso come l´Hal del film di Kubrick, determinato a prolungare eternamente il letargo degli astronauti.