Paola Jadeluca, Affari & Finanza 14/2/2011, 14 febbraio 2011
MICROPAGAMENTI, GRANDE CORSA AL PROMETTENTE E-BUSINESS
Un mercato che vale 6 miliardi di dollari ma che entro il 2015 dovrebbe più che raddoppiarsi. E’ tutto il sistema dei micropagamenti che, secondo un recente studio di Value Partners, è destinato a raggiungere quota 15 miliardi di valore sulla scia della crescita dei contenuti distribuiti via web. Gli esperti di Value Partners, società italiana ma con sedi anche all’estero, da Londra a Shanghai, Pechino e Singapore, hanno analizzato diversi trend in atto. In particolare uno: la crescente diffusione della banda larga sia nei servizi fissi che in mobilità ha creato nuovi canali di distributori di contenuti ormai orientati a far pagare tutto e a dare la caccia a nuovi e più ampi target. In questa ottica aumentano i micropagamenti. E’ vero infatti che il modello principale di vendita online resta quella della sottoscrizione, dell’abbonamento fisso. Tuttavia non tutti i tipi di consumo si possono far rientrare in questo modello di transazione. Sono sempre più diffusi gli acquisti spot, come i brani musicali, i video. Oggi si comprano online persino le singole pagine dei libri, il corrispettivo digitale della tradizionale fotocopia. Tutti micropagamenti, transazioni che in media sono attorno ai cinque euro o di meno.
Questi pagamenti avvengono oggi attraverso infrastrutture di pagamento quali le carte di credito, le tesserine prepagate, molto diffuse tra i giovani. Si stanno diffondendo anche nuovi modelli di business per i pagamenti online, per esempio eWallets, aggregatori di pagamento. Su questo mercato insistono una pluralità di player: dalle banche ai provider fino ai motori di ricerca. Lo stesso Google, Amazon e PayPalhanno fatto leva sulla forza del loro brand per stabilire una relazione di fiducia con i consumatori per entrare nel mercato dei servizi finanziari. L’incremento dei micropagamenti, stimato a un ritmo del 15% l’anno, è diventato lo scenario di nuovi business. Gli operatori auspicano un sistema universale, ma al momento sembra difficile riuscire a far rientrare sotto lo stesso cappello tante diverse transazioni e target. Cosi, intanto, subentrano sulla scena nuovi competitor. Payfarit, per esempio, nata in Gran Bretagna nel 2006, frutto della joint venture tra i cinque operatori di telefonia mobile, agli inizi per supportare i pagamenti via cellulare. oggi si è lanciata anche sulle transazioni sul web. Altra new entry, Randicoot, La corsa è appena iniziata. Ma una cosa è comunque certa: il fattore vincente, dicono gli esperti di Value Partners, sarà la capacità di creare economie di scala. Da questo punto di vista premiano le alleanze, i network misti.