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 2011  febbraio 17 Giovedì calendario

ABITARE SOCIAL

Fra le pieghe di un Piano casa che molti interpretano come licenza di edificare comunque e dovunque, si nasconde un fenomeno davvero interessante e potenzialmente decisivo. Forse è la volta buona perché il social housing (o edilizia sociale) possa uscire dalle discussioni universitarie e diventare reale. Case di abitazione, per locazioni a medio e lungo termine, a prezzi calmierati. Case di qualità per la "fascia grigia", orribile definizione di chi è troppo "ricco" per aspirare agli alloggi popolari e troppo "povero" per sopportare un affitto a prezzo di mercato. L´occasione esiste: comincia a funzionare il Fia (fondo investimenti per l´abitare), il maxi-fondo immobiliare creato dalla Cassa depositi e prestiti insieme con investitori privati. Sono già stati mobilitati 2,6 miliardi di euro, che si prevede possano arrivare a 10 nel giro di qualche anno. E a Milano (con un´iniziativa di FederlegnoArredo) già 190 aziende hanno garantito la fornitura di mobili e materiali a prezzo calmierato.
è la crisi, come talvolta accade, a generare opportunità. Con l´edilizia ferma o quasi, ci sono operatori disposti a lavorare con margini di guadagno ridotti. Il Fia offre agli investitori un rendimento "etico" che non va oltre il 2-3 per cento più del tasso di inflazione. Il bando di concorso del Comune di Milano per il social housing impone alle imprese un costo di costruzione delle nuove case inferiore ai 1300 euro al metro quadro.
E c´è un altro aspetto interessante: il social housing si propone di rispondere alle esigenze abitative di nuove figure sociali. Non solo bisognosi, anziani, immigrati. Sul mercato si affacciano coppie giovani, gruppi di coabitazione, famiglie "anomale", lavoratori temporanei, coniugi separati con o senza figli. Di qui la necessità di ridiscutere i modi dell´abitare: «Siamo di fronte a due elementi inediti – spiega l´architetto Cino Zucchi – Dobbiamo rispondere a modi e stili di vita non tradizionali. E riflettere se l´alloggio standard della tradizione razionalista funziona ancora. Occorre vedere come nuovi stili di vita abbiano bisogno di strutture adeguate». Insomma, non solo si muovono meccanismi di investimento pubblico-privato non speculativo per dare case accessibili alla fascia di mezzo, ma si torna a discutere di casa. E questo coinvolge, per forza di cose, il progetto delle città. «è un momento storico importante per la questione della casa – dice Angelo Zampieri, architetto e docente di urbanistica a Venezia – Se ne torna a parlare, dopo vent´anni. E probabilmente si apre una nuova stagione di ritorno alla città di abitare collettivo, e di ritorno a case più semplici e naturali. Ma l´esito virtuoso non può essere lasciato in mano al mercato. Deve essere il pubblico a pensare e progettare questo cambiamento». Lo Stato, con il Fia, aggrega gli investimenti, legandoli a parametri di remunerazione e di progettazione. Il Fia è gestito da Cdpi-Sgr, una società di gestione del risparmio costituita insieme con Acri (casse di risparmio) e Abi (le banche). Il Fia si occupa di partecipazioni a fondi comuni di investimento immobiliare locale, che possono arrivare al 40 per cento. Finora ha stanziato 1,67 miliardi, con partner qualificati. Per ora, in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Il primo appalto, 140 milioni per 850 alloggi, è partito a Parma. A Milano, dove il nuovo Piano di governo del territorio comunale è stato varato fra mille traversie, Palazzo Marino ha vincolato a edilizia sociale il 35 per cento dei nuovi insediamenti. E, insieme con FederlegnoArredo, ha lanciato un bando per progetti di social housing che prevede un costo massimo di 1300 euro al metro quadro, e l´uso di materiali compresi in due "abachi". «Già 190 imprese hanno risposto – dice Giovanni De Ponti, amministratore di FederlegnoArredo – Oltre duemila prodotti, con soglia di prezzo a 130 euro al metro quadro. Dimostrando che si possono arredare case non costose con prodotti italiani di qualità».
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