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 2011  febbraio 17 Giovedì calendario

La biologa: “La scelta vera sarà a giugno” - Marina Pulcini, biologa ed esperta cetologa di Mare vivo, associazione ambientalista che combatte da anni contro l’inquinamento nei mari e negli oceani, contro le stragi di cetacei, contro i metodi di pesca illegali e distruttivi dei fondali marini, di fronte alla moratoria annunciata dai giapponesi è «attendista»

La biologa: “La scelta vera sarà a giugno” - Marina Pulcini, biologa ed esperta cetologa di Mare vivo, associazione ambientalista che combatte da anni contro l’inquinamento nei mari e negli oceani, contro le stragi di cetacei, contro i metodi di pesca illegali e distruttivi dei fondali marini, di fronte alla moratoria annunciata dai giapponesi è «attendista». Dottoressa Pulcini, che cosa pensa di questa decisione del Giappone di sospendere la caccia? «La caccia alle balene e le proteste degli ambientalisti e dei governi durano da anni: l’Islanda ad esempio aveva deciso di accogliere i reclami ecologisti e di fermare la caccia alle balene, anche se non di sospenderla del tutto, ovvero di abbassare la quota di balene cacciate. Però di fronte alla decisione giapponese ci andrei cauta: dare una notizia via stampa è facile, la prova dei loro intenti si avrà solamente durante la riunione della Commissione baleniera internazionale (Iwc) che ogni anno a giugno si riunisce e durante la quale i Paesi votano per l’anno successivo e denunciano le quote di animali che intenderanno cacciare. Insomma, l’ufficialità della scelta non l’abbiamo ancora». Quanto sono importanti le balene nell’ecosistema mondiale? «Le balene sono molto importanti, gli ultimi studi hanno dimostrato che vale molto di più a livello economico il “whale watching”, ossia le crociere dei turisti per vederle vive, che la loro cattura e uccisione: un piatto di carne di balena costa anche cento dollari ma non è per tutti. Non stiamo parlando degli eskimesi, che danno loro la caccia per motivi di sussistenza, ma di un piatto tradizionale che si ritiene raffinato. A forza di cacciarle alcune specie si sono quasi estinte: la balenottera azzurra, ad esempio, della quale rimangono poche centinaia di esemplari (è il mammifero marino più grande che esista), e la balena della Groenlandia, sempre più vicina all’estinzione». Nel Mediterraneo qual è attualmente la situazione? «Ci sono molte balenottere, comuni anche nel Mar Ligure e in questi giorni nel canale di Sicilia, dove ogni anno se ne avvista un gruppo. Sono abbastanza diffuse ma assolutamente da tutelare. La balenottera minore è invece una specie molto più rara, che a volte si osserva anche nel Mar Ligure. Frequenta anche il mare aperto e a volte si spinge negli estuari». Conosce l’attività di Sea Shepherd? Che cosa ne pensa? «Li conosco e ho letto di loro, danno adito a un discorso lungo e anche di ordine etico: fino a che punto è lecito - e in quali forme – alla distruzione dell’habitat e dei viventi? Certe volte la burocrazia e le normative, che dovrebbero agire velocemente, hanno tempi infiniti, così la tutela delle specie ne risente. Gli ambientalisti di Sea Sheperd sono un po’ estremisti, ma da un certo punto di vista meno male che ci sono: le Ong hanno una loro funzione precisa ed essenziale, di stimolo ai governi. Naturalmente sono decisamente contraria alla violenza: d’altra parte loro affermano di usare la forza, non la violenza. Insomma, sono più interventisti di Greenpeace e amano profondamente il mare e i cetacei. Io ho visto le balene nella sudamericana penisola di Valdez e nella Baja California: ho visto la balenottera azzurra e la balena grigia, con i piccoli; chiunque le abbia viste e le conosca concorda: è un’esperienza straordinaria».