Luigi Offeddu, Corriere della Sera 17/02/2011, 17 febbraio 2011
«GOLDEN SHARE», MONITO UE A ROMA —
L’Europa dà due mesi di tempo all’Italia: modifichi le sue norme sulle golden share, i poteri speciali esercitati dallo Stato nelle aziende privatizzate, oppure potrà finire davanti alla Corte di giustizia Ue, come già capitato nella primavera 2009. Nel documento che contiene il monito della Commissione europea, si citano a mo’ di esempio quattro di queste aziende: Telecom, Eni, Enel, Finmeccanica. La golden share, rileva Bruxelles, vincola scelte importanti come gli acquisti di azioni, le fusioni o le scissioni aziendali, l’entrata di nuovi azionisti; garantisce spesso indebiti poteri di veto e rende potenzialmente meno attraenti certi investimenti, agli occhi di capitali privati esterni; e dunque porta con sé «una restrizione ingiustificata che incide sulla libera circolazione dei capitali e sul diritto di stabilimento delle imprese nell’Unione europea» . Cioè su due articoli fondamentali del Trattato sul funzionamento della stessa Unione, come ricordano gli esperti giuridici del commissario Ue al mercato interno Michel Barnier. «Il libero movimento dei capitali — spiegano infatti— è il cuore stesso del mercato unico e costituisce una delle sue "quattro libertà"» . La Commissione rileva anche che, nel caso specifico dell’Italia, i criteri per l’esercizio dei poteri speciali non sono adeguati poiché si rivelano «non sufficientemente precisi» e perciò «potrebbero dare adito a un’eccessiva discrezionalità» . Un’argomentazione che era già stata toccata nel caso precedente, del marzo 2009, in cui l’Italia si era sentita ribadire dalla Corte che «i poteri di opporsi a questo tipo di attività non sono idonei al fine di salvaguardare gli interessi vitali dello Stato» ; e che gli stessi poteri attribuiti allo Stato possono essere ben difesi, ma purché ci si basi su «condizioni oggettive e verificabili» . Il discorso giuridico non sembra fare una grinza. E tuttavia, forse i moniti ufficiali tralasciano un elemento: l’Italia è in buona compagnia; non «golden share» , ma «total share» nel senso di vincoli e ombrelli molto più pesanti, mantengono sulle loro aziende un paio di governi che hanno sede a Berlino, o a Parigi.
Luigi Offeddu