Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 17/02/2011, 17 febbraio 2011
LA RUSSA: LA LEGA CAPIRA’, GIUSTO FERMARSI IL 17 MARZO —
«Troviamo una strada, purché la festa dell’Italia ci sia» . Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore pdl, esce ottimista dall’ultima riunione informale con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sulla questione spinosa del 17 marzo Nell’anno delle mille celebrazioni dell’Unità d’Italia si voleva dare peso al giorno della sua proclamazione con una Festa. Ma la contrarietà della Confindustria complementare all’ostilità della Lega, uniti al pasticcio di una legge che non c’è ma servirebbe, hanno messo in forse la chiusura di uffici e scuole. Ora si lavora a ipotesi di mezzo. L’ultima è quella di rendere lavorativo il 4 novembre ora semifestivo.
Dunque, ministro sarà festa o no il 17 marzo?
«Se devo decidere io sicuramente sì. Mi auguro sia la decisione di tutti. E anche chi non è d’accordo spero sia rispettoso» .
Ma al 17 marzo manca un mese. Come si devono regolare gli italiani?
«Decideremo venerdì in Consiglio dei ministri. Sento dire che c’è anche un’iniziativa, interna al Pdl, sottoscritta da una cinquantina di parlamentari, che ci chiede di fare chiarezza. Io credo che la Festa si debba fare a prescindere» .
E i costi?
«Non si guardano i costi quando è Festa nazionale. Penso che lo Stato se ne dovrebbe fare carico» .
Non crede all’allarme degli imprenditori sul danno all’economia?
«Credo alla buona fede degli imprenditori. Ma vedo alla base di questi timori anche suggestioni politiche. Quest’anno il risparmio per loro è nelle cose: cadono di giorno festivo il 1 ° maggio, il 25 aprile, il 25 dicembre, che l’anno scorso erano lavorativi e per di più ponti» .
Pensa sia la Lega a fomentare quei dubbi?
«Credo occorra capire che il dato etico-culturale prevale su tutto. Ringrazio la Lega perché penso che sia consapevole di un fatto importante: il federalismo solidale culturalmente ci sta proprio perché marcia insieme a un forte sentimento nazionale. Come negli Stati Uniti e in tutti Paesi in cui il federalismo è più forte. E poi questo danno ...» .
Non lo vede?
«I commercianti sarebbero ben felici di approfittare del flusso di turisti che si metterebbe in moto, ci sarebbe una notte tricolore in cui rimarrebbero aperti. Ne beneficerebbero anche hotel, bar, ristoranti. Si darebbe respiro a un settore in crisi» .
Nell’incontro appena concluso avete discusso di possibili ipotesi di mediazione. Quali?
«Con dolore, io che sono ministro della Difesa, accetterei di posticipare la festa del 2 giugno alla domenica successiva, cioè il 5. Per far risparmiare alle aziende i soldi del festivo normalmente che verrebbero spesi il 17 marzo» .
Un po’ macchinoso?
«No. In passato era già così. Siamo stati noi a reintrodurla. Si potrebbe tornare, per un anno, a com’era prima. Ma il problema attualmente è un altro» .
Quale?
«Pare siano già partiti dal Quirinale gli inviti per i capi di Stato esteri per la parata militare del 2 giugno. E non abbiamo certo intenzione di mettere in imbarazzo il presidente della Repubblica» .
E allora?
«Una soluzione alternativa ci sarebbe. Anche se per me sarebbe ancora più dolorosa» .
Ovvero?
«Si pensa di far recuperare allo Stato e alle imprese i soldi del 17 marzo sospendendo per un anno gli effetti del semifestivo del 4 novembre. E’ la festa delle Forze Armate ma non farei le barricate nemmeno contro questa ipotesi. Noi siamo disponibili e non chiediamo a chi non è d’accordo di dover festeggiare per forza. Insomma troviamo una strada ma l’importante è che il 17 marzo sia davvero una festa» .
Virginia Piccolillo