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 2011  febbraio 16 Mercoledì calendario

GERONZI PUNTA A UN AMBIZIOSO PERCORSO DI CRESCITA - L’INTERVISTA DEL FINANCIAL TIMES


Roma. La posizione dell’ufficio di Cesare Geronzi a Roma dà un’idea del suo status. È in alto, su Piazza Venezia, sul lato opposto al balcone dal quale il dittatore Benito Mussolini spesso arringava il popolo italiano. La residenza del primo ministro Silvio Berlusconi è dietro l’angolo. Dalla finestra si vede il Colosseo.
Da qui Geronzi, che compirà 74 anni questo mese, comanda Generali, la più grande multinazionale d’Italia. La compagnia di assicurazioni, una delle prime tre in Europa, ha in gestione asset per 400 miliardi di euro, è presente in 68 paesi e possiede partecipazioni nelle società più importanti d’Italia. L’ascesa di Geronzi alla presidenza, con uno slancio appena frenato da alcune accuse di truffa – contro le quali ha presentato ricorso – ha cementato la sua reputazione come uno degli uomini d’affari più importanti nell’Italia di Berlusconi.
In una rara intervista, Geronzi – che ha un ruolo non esecutivo ma esercita ampi poteri sulle decisioni strategiche – discute i piani futuri della compagnia assicurativa e spiega le ragioni che lo hanno spinto a rimodellare il top management fin dal suo arrivo.
Il consiglio di amministrazione di Generali negli ultimi sei mesi ha approvato la nomina di un country manager per l’Italia, così come quelle di un chief investment officer e di un chief risk officer. È stato un grosso scossone per la struttura di gestione della compagnia. "Dobbiamo migliorare la redditività", spiega Geronzi. Con questo in mente, lo scopo principale dei cambiamenti nel management "è stato quello di consolidare il processo decisionale collettivo, in modo da operare con maggiore efficienza ed efficacia". Nega le speculazioni di chi dice che il rimpasto ha generato tensioni con l’amministratore delegato, Giovanni Perissinotto, perché il ruolo di quest’ultimo sarebbe stato ridimenionato. Geronzi assicura invece che il nuovo ordine ha concesso al direttore generale "maggiori possibilità di decidere la rotta da prendere e [migliorare] il coordinamento della strategia".
Generali questa settimana ha ampliato la sua presenza nell’Europa centrale e orientale, che era già forte, diventando un investitore chiave nella banca statale russa VTB. Geronzi spiega che la compagnia ha grandi ambizioni di crescita in mercati in cui è poco presente. "Il nostro primo obiettivo è investire in Sud America, poi ci sono altre opportunità che stiamo valutando", dice, aggiungendo che "il gruppo sarebbe pronto anche a fare acquisizioni per raggiungere questo obiettivo".
Vede opportunità anche in Italia, dove il business di Generali è per metà nelle polizze "non vita", attraverso l’espansione del gruppo di gestione del risparmio, Banca Generali. In Italia il tasso di risparmio è tra i più alti d’Europa e la concorrenza è in diminuzione, con le aziende straniere che, colpite dalla crisi, stanno lasciando. Il settore finanziario italiano è rimasto relativamente indenne dalla crisi finanziaria grazie a una strategia prudente nella concessione di prestiti e una bassa esposizione a titoli tossici. Tuttavia sono aumentate le preoccupazioni degli investitori riguardo l’esposizione della banche italiane sui debiti sovrano, in scia alla crisi dei conti pubblici europei. L’esposizione di Generali sul debito italiano ammontava a circa € 50 miliardi alla fine del primo semestre del 2010.
L’azienda ha detto che intende iniziare un processo di de-risking per il suo portafoglio di investimenti, attraverso la riduzione dell’esposizione in azioni e immobili in anticipo rispetto ai futuri requisiti di capitale "Solvency II". Su questo fronte Geronzi non è d’accordo con gli analisti: pensa che questo rischio sia "assolutamente marginale". "Ne abbiamo parlato a livello di consiglio e non lo consideriamo una fonte di preoccupazione", assicura. Inoltre non esclude di fare ulteriori investimenti nel settore finanziario italiano, spiegando che Generali potrebbe "prendere in considerazione di investire ulteriormente nelle banche italiane" se queste dovessero cercare di raccogliere capitale, come previsto, per adeguarsi ai requisiti di Basilea III.
Si potrebbe anche prendere in considerazione il sostegno ai progetti infrastrutturali del governo, come il molto decantato ponte verso la Sicilia.
Un ruolo che invece Geronzi non vede per la compagnia assicurativa è quello di potenziale fattore di consolidamento del sistema finanziario italiano, un ruolo che Generali potrebbe svolgere attraverso la sua rete di partecipazioni incrociate, che danno a Geronzi un posto nei consigli della banca Intesa Sanpaolo, di Rcs Mediagroup e di Telecom Italia. Geronzi spiega che vede opportunità per fusioni tra piccoli istituti finanziari, ma esclude le operazioni tra i gruppi maggiori, tra le quali anche la tanto ventilata fusione tra Mediobanca, la banca d’investimento che detiene il 14 per cento di Generali, e UniCredit. E’ fuori questione, assicura, anche una fusione tra Mediobanca e Generali, un altro affare di cui si è parlato molto.