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 2011  febbraio 17 Giovedì calendario

BELGIO RECORD: 249 GIORNI SENZA GOVERNO - A

Bruxelles è previsto un grande raduno davanti al Palazzo di giustizia. A Lovanio saranno distribuite gratis 300 porzioni di patatine fritte. Un gruppo di dj animerà il centro di Anversa, mentre a Liegi gli studenti daranno vita a un flash-mob, un raduno lampo organizzato tramite internet. A Gand, infine, è stato annunciato uno striptease di massa che coinvolgerà 249 persone.

Il numero non è casuale. Oggi il Belgio toccherà i 249 giorni senza governo, eguagliando il poco invidiabile record mondiale detenuto dall’Iraq che, dopo le elezioni del 7 marzo 2010, ci ha messo altrettanto per arrivare a un accordo per la spartizione del potere (anche se poi ha impiegato altri 40 giorni per formare un governo effettivo). Per "festeggiare" il primato e dare la scossa ai politici, una trentina di associazioni studentesche, sia fiamminghe che vallone, hanno organizzato iniziative in tutto il paese.

L’hanno chiamata "rivoluzione delle patatine fritte", con riferimento al piatto tipico nazionale: un nome che riecheggia la "rivoluzione dei gelsomini" appena portata a termine in Tunisia ma che, alludendo con ironia a un simbolo meno poetico della belgitude (l’identità belga), fa capire che non si è smarrito il senso delle proporzioni. Qui non c’è un regime autoritario da sovvertire, ma uno stato federale nel cuore dell’Europa alle prese con una grave crisi politica e istituzionale.

Le elezioni del 13 giugno 2010 hanno sancito la netta frattura del paese: a nord le ricche Fiandre, desiderose di più autonomia economica e fiscale e insofferenti dei cospicui trasferimenti di denaro alle province meridionali, hanno premiato i separatisti dell’N-va; a sud la Vallonia, in declino industriale dal secondo dopoguerra, ha scelto i socialisti del Ps, difensori del sistema solidaristico del paese. Due partiti distanti, che però sembravano disposti a cercare un compromesso sulla riforma dello stato e a formare un governo, salvando l’unità del Belgio. Ma da allora i diversi mediatori incaricati dal re Alberto II di trattare con i partiti hanno fallito (ieri è stato rinnovato l’incarico all’ultimo, il liberale Didier Reynders) e si fa strada persino l’ipotesi di nuove elezioni.

Col passare dei mesi, però, cresce l’insofferenza della popolazione: già il 24 gennaio, in occasione del record europeo, a Bruxelles la "marcia della vergogna" radunò oltre 30mila persone. E, soprattutto, si susseguono iniziative ora ironiche ora provocatorie per chiedere un governo: lo sciopero della barba proposto dall’attore comico Benoît Poelvoorde, quello del sesso rilanciato dalla senatrice fiamminga Marleen Temmerman, sulle orme della Lisistrata o, senza scomodare Aristofane, delle donne kenyane durante la crisi politica del 2009. Oggi è il turno delle patatine fritte. L’ironia come antidoto alla dissoluzione, una risata che anziché seppellire resusciti il Belgio.