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 2011  febbraio 17 Giovedì calendario

«SONO IL GARIBALDI DI SANREMO. LA MIA YANEZ UNISCE L’ITALIA»

Non è un belga, malgrado il cognome d’arte che fa pensare a un pittore fiammingo. Davide Van De Sfroos, 46 anni, nato a Monza ma tremezzino nell’anima e nelle canzoni, è una delle sorprese più scoppiettanti di questo Festival dei record. La sua pirotecnica “Yanez” si apre con trombe messicane, vira su un ritmo rock e parla di maliardi pirati lumbard che fanno scorrerie sulla costa della Romagna. Arrivata, curiosamente, proprio dall’alta Lombardia dove lo share è aumentato del 9% rispetto alla scorsa edizione. Merito di Van De Sfroos? Lui, vestito per le sue esibizioni all’Ariston da Yohji Yamamoto, ammicca: «Mi hanno raccontato gli amici di Mezzegna, dove abito con mia moglie Paola e i miei tre figli, che durante la mia esibizione non c’era nessuno per strada. Come per la finale dei mondiali di calcio!».
La Lega sarà contenta.
«Ci terrei a puntualizzare che non sono una
bandiera della Lega. Stimo Bossi, con Maroni ho pure suonato, io alla chitarra e lui le tastiere. Ma non voto per loro». Il suo stile musicale fa pensare il contrario. «Amo il dialetto di Mezzegna, il tramezzino puro con contaminazioni rock-punk. Ma difendo tutti i dialetti».
Lei è stato scelto dal Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni come testimone del progetto “Giovani e ribelli” sui 150 anni dell’Unità d’Italia.
«Ne sono onorato, ma politicamente non sono schierato». Come nasce artisticamente? «Sono arrivato all’Ariston a 46 anni ma ho un retroterra artistico con radici artigianali e profonde: a 12 anni ero uno scolaro che inventava storie e faceva disegni come un piccolo Salgari di Mezzegna. Immaginavo avventure, inventavo personaggi. Dopo, l’ho continuato a fare coverizzando i Clash e i Sex Pistols nelle prime band, poi come artista dialettale emergente, ora come autore».
La danno papabile per i primi posti..«Come Battiato, non aspiro a vincere. Sono qui perché Morandi mi ha voluto per rappresentare la musica dei dialetti». E Van De Sfroos?
«Mi basterebbe essere considerato il Garibaldi di Sanremo. Con “Yanez” tradotta in tutti i dialetti italiani (vedi couboy.it) ho riunificato il paese».
E stasera proporrà “Viva l’Italia” di De Gregori. Una scelta che ha sollevato polemiche...
«Canterò versi splendidi come “L’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre...”. Se devo fare il tifo, mi piace farlo per un’Italia intera. Quella che non si vede ma è potente e resiste a ogni oltraggio».