Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 16 Mercoledì calendario

IL SERVIZIO CIVILE DIVENTA LAVORO LAUREATI IN CODA PER 430 EURO


La paga è di 433 euro. E 18 centesimi. Ma ad ambire ad essa sono in molti. Quasi tutti laureati, tra i 18 e i 28 anni: sono il popolo del servizio civile. Sempre più in crescita: a Bologna, nel 2010, sono arrivate più di mille domande a fronte di poco più di 250 posti liberi. A Torino, le richieste sono state addirittura 18 volte di più delle posizioni vacanti. In tutta Italia ogni anno sono migliaia i moduli che vengono presentati da ragazzi e ragazze per poter partecipare ai progetti proposti, con bandi di concorso, da enti pubblici come comuni, province e regioni. Ma anche da associazioni culturali o di promozione sociale come l’Arci. Chi viene selezionato ha un’occupazione assicurata per dodici mesi. Un lavoro che di solito richiede un impegno di una trentina di ore settimanali e permette di avere, a fine mese, un rimborso spese. Che non arriva a 500 euro.
L’ASSALTO
Da Nord a Sud: i giovani del servizio civile sono tanti. Tantissimi: al momento, impegnati in progetti di volontariato, sono circa 10 mila ragazzi in tutta la penisola. Selezionati tra molti di più. Qualche esempio: a Bologna e provincia nel 2010 i posti disponibili sono stati 278. Contro più di mille domande presentate. La maggior parte dei posti riguardavano l’Arci Servizio Civile. Che, sotto le Due Torri come nel resto del Paese, la fa da padrone per quanto riguarda questa forma di “volontariato rimborsato”. Che, dopo essere nato negli anni Ottanta come “sostituivo” della leva militare, ormai è diventato un vero e proprio espediente per inserirsi nel mondo del lavoro. O quantomeno per fare curriculum. Così, nel capoluogo emiliano, nel 2010 la sola Arci ha ricevuto 425 richieste, a fronte di 113 posizioni da assegnare. E ancora: per i progetti in partenza nel 2011, a Torino le domande inviate all’associazione sono state 150, di cui una settantina giudicate idonee. Mentre i posti disponibili erano solo 8. Stessa situazione a Milano, dove le richieste presentate a Arci Lombardia per partecipare ai progetti partiti il 10 gennaio scorso sono state 154. Tre volte più del necessario: i posti liberi erano 51.
Una vera e propria gara, in cui è in palio un rimborso mensile di poco più di 430 euro. I campi di occupazione sono soprattutto quelli dell’assistenza agli anziani (il 61 percento del totale dei volontari è impegnato in progetti con gli over 65) e dell’educazione e cura del patrimonio culturale (24%).
CHI LO FA
Ma chi sono questi ragazzi? Secondo i dati – relativi al 2009 – dell’Ufficio nazionale per il servizio civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la maggior parte sono donne (il 67 %) e hanno tra i 21 e i 26 anni (circa il 65%). La
maggioranza sceglie questa strada dopo aver finito l’università, con una laurea triennale o specialistica. Lo scopo? Trovare un modo per inserirsi nel mondo del lavoro, sempre più difficile a causa della crisi economica: secondo i dati Istat divulgati lo scorso 1 febbraio, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia a dicembre ha sfiorato quota 29 percento. Un aumento di quasi il 3 percento rispetto a un anno fa: in pratica, un giovane su tre tra i 18 e i 24 anni è senza lavoro o prospettive di occupazione a breve termine.
Soprattutto al Sud: non a caso, più della metà dei volontari del servizio civile vive nel Meridione (il 54 percento). Dove le difficoltà di trovare un lavoro sono maggiori: da Roma in giù, a essere a spasso sono più della metà degli under 30. Ovvero, due ragazzi su tre.