Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 16/02/2011, 16 febbraio 2011
DALLA SME A VALLETTOPOLI. LE TOGHE UNDER 50 LONTANE DALLE CORRENTI —
Sono nate nello stesso anno e sempre nello stesso anno sono entrate in magistratura, ma ad accumunare le tre donne magistrato che dal 6 aprile giudicheranno Silvio Berlusconi in Tribunale c’è anche dell’altro. Qualcosa che, a dire il vero, non c’è: Giulia Turri, Carmen D’Elia e Orsola De Cristofaro non risultano appartenere ad alcuna corrente della magistratura. Giulia Turri è l’unica delle tre ad essere nata nel ’ 62 a Milano. Donna dal forte temperamento è stata a lungo gip in Tribunale, incarico che ha lasciato a novembre perché aveva superato il limite di dieci anni continuativi. Dopo una brevissima permanenza in Corte d’Assise è stata trasferita in Tribunale. Come giudice delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare si è occupata di molte inchieste che, in un paio di occasioni, hanno anche sfiorato o interessato il mondo che ruota intorno a Silvio Berlusconi. Nel novembre 2008, ad esempio, il gup Giulia Turri rinviò a giudizio il deputato del Pdl Massimo Maria Berruti, ex ufficiale della Gdf e poi avvocato della Fininvest, accusato di riciclaggio di presunti fondi neri nell’acquisto di diritti tv. Berruti fu assolto in parte nel merito in Tribunale e in parte per prescrizione in appello. La Cassazione ha poi annullato la sentenza di secondo grado e ha disposto un nuovo appello su alcuni aspetti della vicenda, ma tutto andrà in prescrizione nel mese prossimo. Sulla questione dei fondi neri, il 28 febbraio riprenderà il processo a Berlusconi e al produttore Agrama. Il mondo delle veline e delle starlette, con nomi che tornano nel caso Ruby, dei vip presunti e veri, delle escort più o meno di alto bordo, che animano le notti della movida milanese condite dalla cocaina sono state l’oggetto di un’altra indagine finita sul tavolo della Turri, quella che ha interessato locali alla moda e che a luglio scorso portò 5 persone agli arresti domiciliari. Fu sempre Giulia Turri, nel 2007, a firmare l’ordinanza di custodia cautelare per il filone dell’inchiesta Vallettopoli arrivato da Potenza a Milano che ruotava intorno alla figura dell’agente fotografico Fabrizio Corona accusato di estorsioni tentate o riuscite a colpi di clic. Corona è stato condannato in appello a 17 mesi per soli due tentativi di estorsione. Anche se come le altre è entrata in magistratura nel 1991, il giudice Turri è la più anziana in ruolo e per questo presiederà il collegio che giudicherà il Presidente del consiglio dei ministri. Carmen D’Elia, pugliese di Fragagnano (Taranto), ha fatto parte del collegio del processo Sme, dal quale però fu stralciata la posizione di Berlusconi. Il primo grado si chiuse con la condanna, tra le altre, di Cesare Previti (5 anni) e Renato Squillante (8 anni). Nel 2006, però, queste condanne furono annullate in Cassazione e l’indagine, tornata a Perugia per competenza, fu chiusa per prescrizione. Con la messinese Orsola De Cristofaro, Carmen D’Elia ha composto la triade di magistrati (presidente Maria Luisa Balzarotti) che ha condannato il 29 ottobre dell’anno scorso in Tribunale a 14 anni di carcere Pier Paolo Brega Massone, il chirurgo della «Clinica degli orrori» Santa Rita di Milano accusato con i colleghi Pietro Fabio Presicci (10 anni) e Marco Pansera (6 anni e 9 mesi) di 79 interventi inutili e dannosi per i pazienti fatti soli per frodare il sistema sanitario nazionale. Un processo complesso ed estenuante per il quale si è in attesa delle motivazioni della sentenza che i tre giudici stanno ancora scrivendo. Anche Orsola De Cristofaro è stata all’ufficio Gip, che ha lasciato nel 2005. Ne caso Ruby la presenza giudiziaria la femminile non si limita al collegio della quarta sezione penale. È donna uno dei tre pm, l’aggiunto Ilda Boccassini, pm ai processi Sme, Imi-Sir e Lodo Mondadori, ed è donna il gip Cristina Di Censo, che ieri ha rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile.
Giuseppe Guastella