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 2011  febbraio 16 Mercoledì calendario

Cassez Florence

• Lilla (Francia) 17 novembre 1974. Condannata in Messico a 60 anni di reclusione per vari sequestri di persona, il suo caso ha scatenato una crisi diplomatica tra Francia e Messico • «[...] originaria del Nord della Francia, era andata in Messico in cerca di fortuna nel 2003 dove conosce Israel Vallarta. I due stanno insieme un anno e nella primavera del 2005 quando si lasciano Florence rientra in Europa. Il problema è che in Francia non trova lavoro e allora riparte alla volta del Messico. Si appoggia dall’ex e quando trova lavoro in un hotel prende un appartamento per conto suo. Proprio mentre sta traslocando in auto con l’aiuto dell’ex compagno, l’Agenzia federale d’investigazione (Afi), l’Fbi messicana, li ferma e li arresta. Florence viene accusata di far parte della gang dello Zodiaco, responsabile di vari sequestri e di cui Vallarta sarebbe il capo. La francese si proclama innocente e completamente all’oscuro delle attività dell’ex, e si dice vittima di una montatura della polizia. Quando in televisione il capo dell’Afi mostra le immagini spettacolari della cattura in casa di Villarta nel pieno della notte, la Cassez chiama in diretta dalla prigione e dichiara di essere stata arrestata ad un blocco stradale, tenuta 24 ore in un cellulare e poi costretta a fingere l’arresto in casa ad uso delle telecamere. La polizia messicana bersagliata dalle critiche voleva solo dare prova d’efficienza, ammettono all’Afi, ma mantengono le accuse e esibiscono quattro testimoni, anche questi alquanto discutibili. [...]» (Luca Sebastiani, “Il Riformista” 12/3/2009) • «I messicani la chiamano semplicemente “la francesa” e la stampa considera la sua condanna come la giusta punizione per quattro sequestri, associazione a delinquere e possesso di armi militari. Le testate transalpine considerano invece Florence Cassez [...] vittima di una manipolazione giudiziaria, malgrado sia stata arrestata insieme al suo ex compagno, capo di una banda di sequestratori [...] Il caso Cassez si è trasformato in un vero scontro tra la stampa dei due paesi. I messicani credono alla colpevolezza della donna per un motivo generale e uno particolare. Il primo riguarda il dramma dei rapimenti: 8 mila all’anno [...] Un flagello che spinge l’opinione pubblica a non andare troppo per il sottile quando si tratta di condannare i responsabili, veri o presunti, di un sequestro. Il secondo riguarda la Cassez: i giornali credono alle accuse contro di lei, sono convinti che la giustizia abbia fatto il suo lavoro, basandosi soprattutto sulle testimonianze di tre rapiti. I francesi considerano invece la giustizia messicana inaffidabile (suscitando l’ira dei colleghi d’Oltreatlantico) e trovano le accuse inconsistenti: la Cassez è stata arrestata e dopo ventiquattr’ore è stato messo in scena un finto arresto a beneficio delle telecamere; un rapito l’ha riconosciuta, ma la sua testimonianza è stata contraddittoria; due rapiti hanno detto di non riconoscerla e poi hanno cambiato versione. I dubbi, insomma, sono legittimi, anche se è difficile pensare che la Cassez ignorasse l’attività dell’ex fidanzato, come lui dice per scagionarla [...] Sarkozy si è lanciato nella mischia, come ha fatto per molti altri casi: il capo dello Stato sa che su questo terreno ogni successo si traduce in punti a favore nei sondaggi. [...]» (Giampiero Martinotti, “la Repubblica” 10/3/2009).