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 2011  febbraio 16 Mercoledì calendario

L’ALCHIMIA DEL NUMERO DICIOTTO NEL DESTINO DI PIAZZA TAHRIR

Le ustioni hanno ucciso il tunisino Mohamed Bouazizi in 18 giorni e in 18 giorni il movimento pro-democrazia ha bruciato trent’anni di regime egiziano. Il venditore ambulante di Sidi Bouzid si dà fuoco dopo l’ennesimo sopruso della polizia e il suo sacrificio avvia la rivolta contro Zine El Abidine Ben Ali. Da lì nel resto del Medio Oriente. Le coincidenze dei numeri e delle date ritornano nelle insurrezioni che stanno scrollando la regione. Il vicepresidente Omar Suleiman annuncia la caduta di Hosni Mubarak l’ 11 febbraio, lo stesso giorno del 1920 nasce re Farouk, il corpulento monarca che fugge dal Cairo nel 1952 (dopo il colpo di Stato dei giovani ufficiali condotti da Gamal Abdel Nasser), lasciandosi dietro una collezione di francobolli e foto pornografiche. Farouk— che è morto il 18 (ancora questo numero) marzo del 1965— avrebbe compiuto 81 anni (18 al contrario) nelle ore in cui Mubarak se ne andava. Un altro parallelo: l’ 11 febbraio del 1979 le forze armate iraniane dichiararono la loro neutralità e segnarono così la vittoria dell’ayatollah Khomeini. La Repubblica islamica che sta calpestando le proteste nelle strade del Paese ha celebrato una settimana fa la festa nazionale. Il 18 riappare nella tradizione islamica. Ad Allah vengono attribuiti 99 nomi (9+9=18). Il momento prima di ricominciare il digiuno diurno durante il mese sacro di Ramadan viene individuato calcolando quando il sole si trova a 18 gradi sotto l’orizzonte, prima della levata all’alba. Il 18 per cento degli egiziani vive sotto la soglia di povertà, quei 2 dollari al giorno stabiliti dalla Banca mondiale nella contabilità della miseria. Diciotto sono le buche dei campi da golf frequentati dai super ricchi lievitati attorno a Gamal Mubarak, l’erede politico del padre fino alla rivolta. In Egitto, si diventa a maggiorenni a 21 anni: i ragazzi di piazza Tahrir hanno portato una nazione alla maturità in 18 giorni.