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 2011  febbraio 15 Martedì calendario

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 28 - Prima la musica, poi le parole - Autobiografia, di Riccardo Muti, Rizzoli 2010, 270 pagg, 20 euro

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 28 - Prima la musica, poi le parole - Autobiografia, di Riccardo Muti, Rizzoli 2010, 270 pagg, 20 euro. Vedi Libro in gocce in scheda: 2364391 Vedi Biblioteca in scheda: 2228128 Rif. Biblioteca 1397096 Rif. Database Lungo LODE «Ti abbiamo dato dieci e lode. Non per come hai suonato, ma per come potrai farlo in futuro» (Nino Rota, direttore del conservatorio di Bari, a Muti al termine dell’esame del quinto anno di pianoforte, nel ’55). NAPOLETANISSIMA Riccardo Muti, nato il 28 luglio 1941 a Napoli «da madre napoletanissima e padre pugliese», un medico. Quattro fratelli. Vissuto fino ai vent’anni a Molfetta. Studi musicali a Bari, Napoli, Milano. MOLFETTA «Se un giorno andrete in giro per il mondo e finirete, che so io, in America, quando vi chiederanno dove siete nati e risponderete “A Napoli”, vi rispetteranno. Se invece diceste “A Molfetta”, dovreste perdere un po’ di tempo a dire dov’è»: così Gilda Peli-Sellitto, madre di Muti, spiegò ai figli la ragione per cui era andata ogni volta a partorire a Napoli, per tornare a Molfetta qualche giorno dopo. AIDA La prima volta al teatro Petruzzelli di Bari: «Avevo tre anni, stavo in braccio al cocchiere e ascoltai l’Aida – mi dissero – senza piangere e senza dar fastidio». VIOLINO Il 6 dicembre 1948, “santa” Nicola (come si dice in dialetto), i genitori regalarono a Muti un piccolo astuccio con un violino da due quarti. «Terribile la mia delusione: non c’era un giocattolo». PIANOFORTE Il pianoforte Schimmel a un quarto di coda che Muti comprò appena nominato direttore stabile del Maggio musicale fiorentino, nel 1969. Lo usa ancora adesso per preparare le sue esecuzioni. ZAMPILLANTE La prima volta che vide Cristina Mazzavillani, che avrebbe poi sposato nel 1969, Muti stava facendo una prova in una sala del conservatorio di Milano. La Mazzavillani, allieva del corso di canto, credendo che ci fosse la prova di coro entrò senza bussare, «saltellante, zampillante» e lui la cacciò fuori. FIGLI Tre figli: Francesco, nato nel 1971, subito dopo la notte della quarta recita dell’Africana; Chiara, nel ’73, durante le prove della Traviata a Parigi; Domenico nel ’79, nei giorni della nomina a music director della Philadelphia Orchestra. CALLAS 1974: Muti sta progettando il Macbeth di Verdi che andrà in scena l’anno successivo a Firenze. Folgorato dall’interpretazione su disco di Maria Callas, che ha smesso di cantare da anni, ne parla comunque con un amico della Emi. «Mi trovavo a Philadelphia una sera, squilla il telefono, lo prendo e sento una voce molto calda, misteriosa, profonda, e ammaliante che mi dice: “Non mi conosce maestro, so che mi sta cercando. Sono Maria Callas. Mi fa piacere che abbia pensato a me” continuò». Ma aggiunse anche, «con il tono di Violetta all’ultimo atto: “È tardi”». APPLAUSI Venerdì 2 giugno 1995: Traviata alla Scala, mezz’ora prima dell’inizio, con il pubblico già in sala, Muti viene a sapere che l’orchestra è in sciopero. Recita sospesa, boati del pubblico inferocito, Muti decide di accompagnare lui i cantanti al pianoforte. «Elettrizzati dalla situazione inconsueta, cantarono tutto con particolare trasporto. Alla fine registrammo applausi a non finire». KARAJAN «Nel 1982 diressi Così fan tutte di Mozart. Ecco come andò. Durante una tournée americana con la Philharmonia di Londra ero finito a Raleigh in North Carolina. Ero nel mio Inn quando un mattino alle sette squillò il telefono e una voce ferma e decisa mi disse: “Sono Karajan”. “C’è un matto che ha voglia di scherzare” dissi a Cristina. E l’altro: “Ha mai diretto Così fan tutte?”. Cominciai a pensare che fosse davvero lui e lo assecondai: “No, maestro. Ma attualmente a Salisburgo lo fa Karl Böhm e ha un gran successo. Non vorrei ammazzarmi con le mie mani. Posso pensarci?”. “Non ho tempo: o sì, o no”. “Se è lei che me lo chiede, accetto”».