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 2011  febbraio 15 Martedì calendario

Schepp Matthias

• Toronto (Canada) 30 luglio 1967, Cerignola (Foggia) 3 febbraio 2011. Svizzero, si suicidò sotto un treno dopo aver rapito le figlie gemelle Livia e Alessia (nate il 7 ottobre 2004), viste l’ultima volta verso le 13 del 30 gennaio 2011 in un giardino del sobborgo svizzero di Saint Suplice (dopodiché varie segnalazioni da verificare). Vedi anche LUCIDI Irina • «[...] Guidato dall’ossessione per il naufragio di un matrimonio a cui non si rassegnava, Matthias Schepp ha pianificato il suo ultimo viaggio in modo quasi maniacale. Ha preso le bambine da casa, le ha convinte a fare un viaggio. Niente valige, nessun vestitino di ricambio, non ha montato neppure i seggiolini posteriori dell’auto. Ha consultato gli orari dei traghetti per la Corsica, ha navigato su siti che parlano di veleni. È arrivato a Marsiglia, si è fermato una notte in albergo. E qui ha iniziato a punteggiare di significati il suo viaggio: ha prelevato il denaro da spedire alla ex moglie che lo aveva spesso accusato, in passato, di sperperare il suo. Le ha scritto una prima cartolina nella quale si lamentava dei falliti tentativi di rappacificazione. Ha preso il traghetto per Propiano, ha imboccato la strada che passa per Bonifacio, ha girato l’isola ed è risalito fino [...] a Macinaggio, uno dei luoghi a cui era più affezionato e che aveva condiviso con moglie e gemelline nei momenti di gioia. Un viaggio nel tempo, un film da fissare nella memoria. In attesa della morte. Si libera delle bambine “in un luogo sicuro”. Sicuramente in Corsica. Annuncia il misfatto in altre due lettere. Riprende il traghetto da Bastia per Tolone, arriva in Italia e si suicida. Nell’ultima lettera annuncia la morte delle gemelline. Ma assetato di vendetta completa il suo piano con un’ultima perfidia: non svela il posto in cui avrebbe nascosto i corpi delle figlie. Smonta persino il navigatore dalla sua auto, se lo mette in tasca, poi distrutto nell’impatto con il treno. Pezzi del navigatore sono stati ritrovati [...] lungo la i binari della stazione di Cerignola. Con la sua morte cala il buio su tutto il caso. Sarà impossibile ricostruire il percorso in Corsica e tentare di individuare il punto dove può aver sepolto le gemelline. [...]» (Daniele Mastrogiacomo, “la Repubblica” 15/2/2011) • «[...] Nessuno ha capito il perché degli spostamenti e delle azioni di Matthias fra lunedì 31 e giovedì 3 febbraio. Non ha aiutato il fatto che la polizia svizzera si sia mobilitata in forze soltanto [...] dopo la comunicazione del suicidio arrivata dall’Italia. [...] Dall’indagine emergono [...] dettagli sullo scambio di messaggini fra Matthias e la moglie il pomeriggio di domenica 30. Alle 15.40 lui scrive a lei: “Te le riporto domani”. Aggancia la cella di Morges, pochi chilometri da Saint Sulpice. Matthias passa il confine fra la Svizzera e la Francia alle 18.04. Irina vede il suo messaggio alle 18.20 e risponde: “Allora riportale a scuola domattina alle sette”. Lui replica (dalla zona di Lione): “Le bambine hanno bisogno di me e io ho bisogno di più tempo”. Irina scrive “Ok, ma la prossima volta organizziamoci meglio”. Alle 19.40 Matthias spegne il cellulare, non lo riaccenderà più. Alle 18.35 di lunedì 31 Matthias si imbarca sul traghetto da Marsiglia alla Corsica, nessuno sa dire se solo o con le bimbe. Il procuratore Francese Jacques Dallest dice che “alcuni testimoni lo vedono con le piccole ma non è una certezza. L’ipotesi più triste — è costretto a considerare — è che le abbia lanciate in mare”» (Giusi Fasano, “Corriere della Sera” 9/2/2011).