Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera 15/02/2011, 15 febbraio 2011
I RE DELL’ACCIAIO E ABRAMOVICH: ALLA CORTE DI PUTIN 114 SUPER-RICCHI —
Tornano a brillare le stelle russe ora che la crisi sembra superata e le quotazioni azionarie fanno segnare incrementi a doppia cifra. I tycoons che hanno un patrimonio superiore al miliardo di dollari raddoppiano rispetto all’anno scorso e adesso sono 114. Tra i più ricchi diversi imprenditori che hanno fatto investimenti di vario genere in Italia. E anche alcuni amici e vicini di casa del primo ministro Vladimir Putin: dal suo ex allenatore di judo allo scienziato diventato banchiere Yurij Kovalchuk che negli anni novanta aveva la dacia nello stesso villaggio vicino a San Pietroburgo dove passava i fine settimana Vladimir Vladimirovich. I più ricchi di tutti sono sempre i soliti, anche se quasi ogni anno si scambiano i posti in classifica. Prendiamo Roman Abramovich, una volta il numero uno dell’elenco stilato ogni anno dalla rivista specializzata Finans. I sui investimenti sono andati così e così; ha speso soldi per il suo Chelsea Football Club e per i mega-yacht (il più bello è dotato anche di sottomarino di emergenza); ha venduto la sua quota del principale canale televisivo russo proprio all’ex vicino di dacia di Putin. Così adesso è al quinto posto (l’anno scorso era al terzo) con un patrimonio di 17,1 miliardi di dollari. Primo assoluto è il re dell’acciaio Vladimir Lisin (28,3 miliardi di dollari, il doppio di quanto aveva nel 2009) che in Italia è azionista della Duferco e che sta acquistando il cento per cento di tre acciaierie in Belgio, con non pochi problemi sindacali. La ripresa mondiale dei prezzi delle materie prime fa sì che i primi quattro posti siano occupati da oligarchi (come vengono chiamati qui) che operano in questo settore. Secondo è Mikhail Prokhorov, 22,7 miliardi, il più liquido di tutti per aver venduto le sue azioni di Norilsk Nikel proprio alla vigilia della crisi. Prokhorov è proprietario della squadra di basket dei New Jersey Nets, una cosa che non piace molto a Putin. Ultimo sul podio è Alisher Usmanov, titolare di Metalloinvest e di un patrimonio calcolato in 19,9 miliardi che, come Abramovich, si è regalato una squadra di calcio inglese, l’Arsenal. Particolarmente interessante il quarto posto di Oleg Deripaska, che negli anni passati era arrivato fino al primo posto, per poi precipitare durante la crisi. Oleg, che controlla l’alluminio russo, era indebitatissimo e stava addirittura per saltare. La sua Rusal era in crisi, ma lui ha saputo rimanere assai vicino ai corridoi del potere. Certamente il fatto di aver sposato la figlia dell’ex capo dello staff di Boris Eltsin non gli ha nuociuto. In ogni caso ha avuto ingentissimi prestiti statali che gli hanno consentito di far fronte agli impegni internazionali. E ora eccolo lì con i suoi 19 miliardi di patrimonio. Rusal possiede il 56,2 per cento dell’italiana Eurallumina. Va sempre bene Aleksei Mordashov che anni fa comprò l’impresa siderurgica italiana Lucchini. Il suo patrimonio è stabile a 17,1 miliardi. A 10,9 miliardi c’è il capo di Lukoil Vagit Alekperov, che seppe trasformarsi da ministro del petrolio a petroliere. In Italia ha come soci i Garrone della Erg e di recente è salito al 60%della raffineria Isab in Sicilia. Tra gi altri oligarchi con interessi in Italia, c’è il petroliere-banchiere Viktor Vekselberg (10,7 miliardi) che tramite una consociata svizzera possiede il 30 per cento della Kerself (pannelli solari) e che sta costruendo vicino Matera il più grande deposito di gas d’Europa. Gli amici di Putin sono tutti in salita. Timchenko, che in un libro è stato indicato come il gestore del patrimonio personale del premier, è al 17 ° posto. Kovalchuk è al 115 ° e, si dice, sta allargandosi nel settore dei mass media in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Potrebbe essere necessario ricambiare qualche favore a Vladimir Vladimirovich.
Fabrizio Dragosei