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 2011  febbraio 15 Martedì calendario

È UFFICIALE: LA CINA SECONDA ECONOMIA DEL MONDO

Giappone sorpassato, la Cina è diventata ufficialmente la seconda economia più grande del mondo. La sua crescita, avvertono però gli analisti, dipende troppo dagli investimenti e dalle esportazioni, mentre il suo livello di sviluppo è ancora molto lontano da quello dei Paesi ricchi.
Il superamento del Giappone era previsto. Dopo il sorpasso della Germania nel 2007, l’economia cinese ha preso il sopravvento sul Paese del Sol Levante dal secondo trimestre dello scorso anno. Per tutto il 2010, il Prodotto interno lordo registrato dal Giappone è di circa il 7 per cento inferiore a quello annunciato dalla Cina il mese scorso. Dopo tre decenni di riforme e di crescita sfrenata «è normale» che il Paese più popoloso del mondo ((1,3 miliardi di abitanti) sia «in competizione in termini assoluti con il Giappone» , ha dichiarato Jean-François Huchet, direttore del Centro Studi sulla Cina Contemporanea a Hong Kong. Per Huchet era invece anomalo che «prima delle riforme, iniziate nel 1978, la Cina pesasse solo lo 0,4 per cento del commercio internazionale» .
La Cina ha un reddito pro capite che è ancora dieci volte inferiore a quello del Giappone ed è molto indietro rispetto a Tokyo se si prendono in considerazione fattori di sviluppo come l’accesso all’istruzione. Se la ricchezza di alcune aree si avvicina a quella dei Paesi sviluppati, in altre regioni si riscontrano ancora i problemi dei Paesi in via di sviluppo. Il rango di seconda economia mondiale dietro agli Stati Uniti è un passo soprattutto simbolico. Gli osservatori sottolineano che il governo cinese dispone di oltre 2.800 miliardi di dollari di riserve estere e che le decisioni di Pechino pesano come mai prima d’ora sulle economie dei Paesi ricchi: in questo contesto la Cina deve ora affrontare una serie di squilibri difficili da correggere sul mercato interno. La crescita è trainata principalmente da investimenti ed esportazioni e questo può lasciare libero il campo «alla sovra capacità e alla speculazione» , spiega Huchet. Il governo è alle prese con un’accelerazione dell’inflazione e le tensioni sociali sono molto più vivide che cinque anni fa.
R. E.