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 2011  febbraio 15 Martedì calendario

«MUBARAK IN COMA». GIALLO SUL FARAONE «ROVINATO» DAL FIGLIO —

La villa non è sfarzosa quanto quella di Bakr bin Laden, fratellastro di Osama e vicino di Hosni Mubarak. Il presidente sarebbe ancora nella residenza in fondo alla sfilata di palme e guardie del corpo. Depresso, malato, forse in coma, racconta il quotidiano Al Masry Al Youm. «Rifiuta di prendere le medicine, perde coscienza, per ora è curato dai suoi medici senza lasciare casa» . Il presidente deposto potrebbe volare da Sharm el-Sheikh e tornare nell’ospedale di Baden Baden in Germania, dove gli è stata asportata la cistifellea un anno fa. Sameh Shoukry, ambasciatore egiziano negli Stati Uniti, ammette «potrebbe essere in cattive condizioni di salute» , l’unica conferma ufficiale. L’ultima notte del regime i figli Alaa e Gamal avrebbero litigato nelle sale del palazzo presidenziale, mentre il padre preparava il discorso al Paese, l’apparizione di giovedì che ha spinto i dimostranti a tornare in strada il mattino dopo, ancora più determinati a farlo cadere. Alaa avrebbe accusato Gamal, il secondogenito ed erede politico della dinastia fino alle proteste, di aver rovinato «il nome di papà» , aprendo le porte agli amici uomini di affari. «Invece di venire onorato alla fine della sua vita, hai contribuito a distruggere la sua immagine» . I fratelli sarebbero stati divisi, quando hanno discusso le modifiche al testo del sermone paterno da offrire agli egiziani. Il nuovo sermone quotidiano alla nazione è quello letto con voce baritonale dal portavoce dell’esercito. Intima ai lavoratori di tornare nelle fabbriche e negli uffici, minaccia di rendere illegali gli scioperi e i sindacati. I soldati sono intervenuti per sgomberare le tende rimaste in piazza Tahrir, mentre per la prima volta il cuore dei diciotto giorni di rivolta veniva invaso da un corteo di poliziotti. Chiedono rispetto e stipendi più alti, ricordano i loro morti negli scontri, almeno 35: «Non possiamo tornare al lavoro, la gente ci odia» . Scioperano anche i medici, gli autisti delle ambulanze e degli autobus, gli impiegati della banca nazionale (la Borsa riaprirà domenica dopo tre settimane di blocco), i laureati in archeologia e i dipendenti dell’Egyptair. Che ha perso il suo capo, Alaa Ashour, licenziato dal ministro dell’Aviazione civile. Ashour era considerato il pilota personale di Mubarak nei viaggi internazionali. I generali del Consiglio supremo delle forze armate incontrano i giovani leader del movimento. Ci sono Ahmed Maher, promotore del gruppo 6 aprile, e Wael Ghonim, il manager di Google diventato simbolo della rivolta. Gli alti ufficiali promettono di perseguire i corrotti (la Gran Bretagna e la Germania hanno ricevuto la richiesta di congelare i beni di esponenti del regime), di presentare le modifiche alla Costituzione entro dieci giorni e di sottoporre gli emendamenti a referendum da qui a due mesi, di nominare a breve un nuovo governo, che dovrebbe includere rappresentanti dell’opposizione. Incoraggiano la nascita di nuovi partiti, prima quasi impossibile sotto il dominio dell’Ndp (Partito nazionale democratico): i giovani ne formeranno uno chiamato 25 gennaio (il primo giorno delle manifestazioni in piazza Tahrir). Ayman Nour, che nel 2005 ha osato sfidare Mubarak alle presidenziali ed è stato incarcerato per quattro anni, ha raccontato che un poliziotto ha tentato di accoltellarlo a Luxor, nel sud del Paese.
Davide Frattini