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 2011  febbraio 14 Lunedì calendario

WALL STREET, IL RITORNO DEI «GATTI GRASSI»

Sorridente nel suo smoking nero, al fianco della moglie Laura durante la cena di Stato alla Casa Bianca in onore del presidente cinese Hu Jintao, Lloyd Blankfein sembrava sicuro di due cose. Primo, aver archiviato un pessimo anno sia per i profitti sia per l’immagine di Goldman Sachs, la banca d’affari di cui è ceo (amministratore delegato). Secondo, farla franca con l’annuncio — che sarebbe stato fatto pochi giorni dopo quella sera del 19 gennaio — del suo nuovo super stipendio: un salario di base più che triplicato da 600 mila dollari a 2 milioni e un pacco di azioni da 12,6 milioni. Multa simbolica Il presidente Barack Obama in effetti non ha preso la notizia come spunto per rilanciare la sua guerra contro i «grossi gatti g r a s s i» de l mondo della finanza. Sembrano lontani anni luce i tempi delle audizioni parlamentari sullo scandalo dei contratti derivati in cui Blankfein era stato messo alla berlina come epitome dell’avidità di Wall Street (era l’aprile 2010). Pagata una multa simbolica (550 milioni di dollari, noccioline rispetto ai profitti realizzati con quelle operazioni), ora il ceo di Goldman Sachs è «riabilitato » alla grande come possibile alleato della Casa Bianca per cercare di sviluppare gli affari con la Cina e non solo lì. Un segno della svolta pro-business di Obama e — dicono i maligni — dell’inizio della sua campagna per essere rieletto nel 2012: difficile rinunciare alle donazioni dei dipendenti di Goldman Sachs, che con quasi 1 milione di dollari erano stati al secondo posto fra i suoi finanziatori nel 2008. Ma il nuovo super-stipendio di Blankfein non è un caso isolato. Anche il ceo di Citigroup, Vikram Pandit, ha deciso che è finita la fase della penitenza: dopo aver incassato per due anni, nel 2009-2010, uno stipendio simbolico di 1 dollaro, mentre la sua banca deve ancora guarire del tutto dai postumi della crisi finanziaria lui si è fatto aumentare il salario di base a 1,75 milioni di dollari per il 2011 e riceverà in premio anche in pacco di azioni, per ora non dichiarate. Non si conosce invece al momento il salario dei ceo di BlackRock, Larry Fink, e di Bank of America, Brian Moynihan, ma si sa che per il 2010 hanno ricevuto azioni rispettivamente per 12,8 e 9,05 milioni di dollari. Il più «povero» dei ceo di cui finora sono noti i compensi è quello di Morgan Stanley, James Gorman, con 7,04 milioni in azioni. Mentre sopra tutti svetta la retribuzione non di un ceo, ma del capo del global banking di Bank of America, basato a Londra, Thomas K. Montag: 850 mila dollari di salario più azioni per 15,2 milioni. Livelli boom I tempi d’oro sono tornati non solo per i vertici, ma per tutti coloro che lavorano a Wall Street. Nel 2010 le 25 maggiori banche e società finanziarie quotate hanno distribuito compensi totali per 135 miliardi di dollari, il 5,7%più dei 128 milioni del 2009, secondo un’analisi del Wall Street Journal. È un record che supera livelli pre-crisi, ma con alcune differenze nella struttura delle retribuzioni. Sono praticamente spariti ricchi bonus in contanti, aumentata la parte fissa — il «salario di base» come quello triplicato di Blankfein — e sui pacchetti azionari sono state introdotti più vincoli, anticipando così le nuove norme che le autorità americane stanno varando per applicare la riforma finanziaria di Obama. Tre anni Proprio la settimana scorsa l’agenzia che assicura i depositi bancari, la Federal deposit insurance corp. (Fdic) ha pubblicato una proposta di regola sui bonus e incentivi per i top manager delle grandi banche: almeno metà del loro ammontare dovrà essere trattenuta, cioè non pagata, per tre anni o anche più a lungo, in modo che se nel frattempo le decisioni prese da quei manager si rivelano disastrose, la banca può applicare le clausole clawback , cioè cancellare del tutto o in parte i compensi differiti. Inoltre, ogni grande banca deve individuare gli impiegati che non sono dirigenti ma possono mettere a rischio la sua stabilità, per esempio fra i trader, e deve disegnare per loro un meccanismo di incentivi che scoraggi il lanciarsi in operazioni «eccessivamente rischiose» . Le nuove regole si applicheranno alle banche con patrimoni dai 50 miliardi di dollari in su, come appunto Goldman Sachs. Ma era s t a t o proprio Blankfein a proporre un sistema di bonus simile fin dal 2009 e ad applicarlo in casa: il suo nuovo stipendio è già «in regola» e se lo può godere con la benedizione di Obama.