Alessandro Chini, Alessandro Magagnoli, Il Sole 24 Ore 14/2/2011, 14 febbraio 2011
MATERIE PRIME PRONTE A BATTERE NUOVI RECORD
Nella zona euro i tassi sono fermi all’1% e sembrano destinati a rimanere a questo livello per un tempo relativamente lungo. L’effetto principale si è riscontrato sul cambio euro dollaro, che dopo aver avvicinato a inizio mese la linea di tendenza ribassista tracciata dai massimi del novembre 2009, resistenza passante in area 1,40, ha ripreso a scendere. Solo la rottura della resistenza di area 1,40, dove transita la linea di tendenza tracciata dai massimi di novembre 2009, fornirebbe un segnale in favore di una duratura fase di ripresa della moneta unica. Il proseguimento del ribasso grafico sotto la media mobile a 200 giorni, a 1,31, confermerebbe invece la prospettiva di un ulteriore rafforzamento del dollaro.
Se la fase di recupero del dollaro dovesse dimostrarsi duratura vi sarebbe da temere una spirale negativa anche per i prezzi delle commodity. Lo studio del grafico Crb sembra tuttavia smentire questa ipotesi: i prezzi hanno recentemente superato la forte resistenza di quota 335, coincidente con il 50% di ritracciamento del ribasso dal top di luglio 2008. Difficilmente un segnale grafico di questa portata viene negato subito dopo il suo invio, più spesso si assiste a un classico movimento di ritorno, o "return move", che serve ad assestare la tendenza. Nel caso del Crb il movimento di ritorno potrebbe arrivare a interessare area 320, ma solo discese sotto questa soglia sarebbero preoccupanti.
Il grafico del petrolio Wti si muove in un canale rialzista dal dicembre 2008 e i prezzi sono attualmente più vicini al limite inferiore di questo sentiero, supporto in area 83 dollari, che al limite superiore, a 112 circa. L’ipotesi di una violazione della base del canale a seguito della quale la tendenza crescente verrebbe meno non appare probabile date le tensioni in Medio Oriente, resta quindi aperta la strada verso l’alto con un margine di apprezzamento nell’ordine del 20 per cento. Difficile immaginare che un movimento di questa portata si possa realizzare con un cambio euro dollaro orientato al ribasso.
Esistono poi altri mercati, come quello dei metalli non ferrosi, dai quali si possono ricavare chiare prospettive di crescita che contrastano con l’ipotesi di un dollaro forte. Gli indici DjAig relativi al rame e allo stagno hanno fatto registrare nuovi massimi storici. L’indice DjAig Copper è ormai in area 500, ben sopra i precedenti record raggiunti nel 2008 in area 465 e superati a dicembre 2010. Flessioni di qualche punto percentuale, fino in area 460 al massimo, sono possibili, ma la tendenza di medio termine sembra destinata a proseguire al rialzo. Difficile dare obiettivi a causa della mancanza di riferimenti storici, tuttavia con il metodo delle proiezioni un target in area 550/560 sembra raggiungibile in tempi relativamente brevi, con resistenze successive a 630. Ancora più eclatante il rialzo dello stagno, con l’indice DjAig relativo che già a ottobre 2010 aveva superato i precedenti massimi storici toccati in area 405 a maggio 2008 per poi spingersi fino a quota 540 circa. Anche per lo stagno la crescita dei consumi sembra in grado di sostenere il rialzo. Obiettivi oltre 600, magari dopo uno storno fino in area 480, appaiono del tutto ragionevoli. Il risparmiatore che investe su questi mercati, utilizzando ad esempio gli Etc, potrebbe trarre spunto da un ripiegamento del Crb compreso tra il 5 e il 10% per assumere posizioni al rialzo. Solo discese del cambio euro dollaro sotto area 1,30/1,31 dovrebbero fare suonare un campanello di allarme.