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 2011  febbraio 14 Lunedì calendario

IL PAPERONE CINESE CHE AIUTA GLI EX RICCHI DI TAIWAN

L’anno del Coniglio a Taiwan è arrivato con le sembianze di un insolito Babbo Natale. Un benefattore venuto dalla madrepatria, che in barba al tradizionale costume del far del bene senza lasciare traccia ha sollevato un’ondata di polemiche tanto a Taiwan quanto in Cina. Chen Guangbiao, il miliardario cinese che ha costruito una fortuna sull’industria dei rifiuti, è arrivato sull’isola rivendicata da Pechino, una settimana prima del Capodanno, per distribuire i consueti pacchetti rossi riempiti di yuan delle feste.
In pochi giorni Chen ha dato via 170 mila euro ai “poveri” di quella che fino a ieri era la prospera Taiwan. A una donna incontrata nella sala d’aspetto del suo albergo il magnate ha donato, sotto i riflettori delle telecamere, 15 mila renminbi, 1700 euro, una somma che la signora ha detto di non aver mai visto tutta assieme e che spenderà per pagare le cure mediche della madre malata. Ad organizzazioni non governative ha elargito somme per programmi di assistenza sociale e scolarizzazione dei bambini indigenti. Alle autorità locali ha persino proposto di finanziare di tasca propria la costruzione di un ponte che colleghi l’isola alla Cina. Ma tutte queste iniziative, sbandierate sulla stampa e le televisioni del circo mediatico voluto da Chen, non hanno trovato l’atteso favore degli abitanti dell’isola ribelle. Gruppi di contestatori sono scesi in strada urlando alla conquista comunista, allo strapotere dei nuovi ricchi in arrivo dalla Cina e all’eccessiva pubblicità della beneficenza in diretta del miliardario.
Non molto tempo fa si sarebbero potute vedere scene inverse, in cui facoltosi uomini d’affari sbarcati ad investire in Cina dalla piccola ma sviluppata isoletta di Taiwan avrebbero potuto spendere e regalare i soldi accumulati grazie alla fabbrica del mondo. Oggi sembra valere l’opposto, l’arroganza sembra essere giustificata dal possesso di yuan, nonostante in termini di reddito pro capite la Cina, dal basso del suo 104esimo posto, abbia ancora molta strada da percorrere per avvicinare Taiwan, quarantesima nazione al mondo. Tant’è vero che la visita del celebre Chen Guangbiao ha messo in imbarazzo le autorità dell’isola, prese dal dilemma sull’approvazione o meno dell’ingresso del miliardario nel Paese. L’altro giorno, durante i festeggiamenti del Capodanno, il presidente taiwanese Ma Ying-jeou ha di nuovo ricordato che nel fare beneficenza occorre rispettare la dignità dei poveri, e ha definito le buone azioni in arrivo da Pechino un aspetto del soft power cinese.
Il quarantatreenne Chen Guangbiao è però un personaggio controverso anche in patria. Nato in una famiglia povera della provincia del Jiangsu, ha detto i non aver potuto mangiare carne fino a dieci anni. A 17 anni, grazie ad un commercio di cereali, divenne il primo milionario non ancora maggiorenne della zona. Qualche mese fa promise di lasciare alla morte tutta la sua fortuna in beneficenza, e per il prossimo anno ha in programma di replicare la distribuzione dei pacchetti rossi ai poveri delle grandi città, Pechino, Shanghai e Canton, sempre sotto la luce dei riflettori. In questo modo spera di far pressione sugli altri riluttanti miliardari di Cina ad impegnarsi per ridistribuire la ricchezza gli strati più sfortunati. “Consiglio di leggere Il Capitale di Marx, lì gli imprenditori troveranno le ragioni per non cercare solo la ricchezza personale a tutti i costi” ha detto Chen, già poco amato dai pari per le proposte di introduzione di tasse sulla proprietà, sui beni immobili e sull’ambiente fatte al governo centrale. In un modo o nell’altro, però, la Cina non è ancora pronta a dare credito ad un eccentrico Chen Guangbiao.