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 2011  febbraio 14 Lunedì calendario

DROGA E BAMBOLE GONFIABILI: I SEGRETI DEI 33 MINATORI CILENI —

Girava marijuana e qualche sigaretta tra i 33 minatori intrappolati, ma non la bambola gonfiabile che pure qualcuno aveva chiesto che venisse spedita giù dalla superficie. Nelle prime settimane di isolamento erano tutti pronti a morire, ma qualcuno già pensava come ricorrere al cannibalismo, sui corpi degli sventurati compagni che avrebbero ceduto per primi. Questi e altri retroscena sull’avventura dei minatori cileni sono contenuti nel libro Los 33 che un giornalista del britannico Guardian, Jonathan Franklin, ha appena pubblicato dopo un lungo lavoro con i protagonisti. Non sono molti — a dire il vero — i particolari inediti ottenuti dopo aver parlato con tutti i sopravvissuti, i familiari, i tecnici dell’operazione salvataggio, fino al presidente cileno Sebastian Piñera. Durante i 70 giorni della vicenda, Franklin ha avuto accesso a situazioni proibite a gran parte dei media grazie a uno speciale «pass» . Ma la vicenda è stata talmente vivisezionata in tempo reale durante il suo svolgimento, che poco è rimasto di misterioso in seguito. Se la richiesta delle sexy bambole è stata bocciata senza appello dalla superficie — gli psicologi sostenevano che avrebbero potuto scatenare gelosie — i soccorritori devono aver chiuso un occhio a un certo punto sugli invii da parte dei familiari, attraverso le famose palomas, i tubi che correvano su e giù lungo il cunicolo. E così il minatore Samuel Avalos ha potuto testimoniare che alcuni suoi compagni, a gruppi di 4 o 5, si chiudevano con circospezione nell’area riservata ai bisogni personali, «probabilmente per farsi uno spinello» . I fumatori del gruppo, che secondo la versione ufficiale furono costretti a smettere durante la «prigionia» , erano riusciti a farsi inviare dai familiari anche qualche sigaretta, nascosta tra le pieghe delle lettere e dei bigliettini affettuosi. Avalos ha raccontato che avrebbe fatto di tutto per un tiro di sigaretta o spinello, in grado di alleviare lo stress di quei giorni, ma i compagni lo tennero fuori. Il libro racconta anche che durante l’operazione di risalita, iniziata il 12 ottobre, qualcosa non andò per il verso giusto, al punto che la trasmissione tv in tempo reale venne a un certo punto sospesa, con la sovrapposizione di immagini girate qualche ora prima. Franklin sostiene che il problema fu causato da uno smottamento nel cunicolo che aveva tranciato un cavo di trasmissione, subito ripristinato. Nel libro viene confermata inoltre la richiesta del presidente Piñera di scendere per primo nel sottosuolo con la capsula, per accogliere i sopravvissuti. Proposta subito bocciata dallo staff di salvataggio e soprattutto dalla primera dama Cecilia Morel: «Non ci pensare nemmeno!» , intimò appena informata del desiderio delmarito. E proprio ieri sera è andato in onda sulla rete Usa Cbs, nel noto programma 60 minutes, uno speciale sulla vita dei 33 minatori dopo essere tornati tra le loro famiglie. Il bilancio, racconta il programma, è abbastanza sconfortante a causa delle conseguenze psicologiche del dramma vissuto. C’è chi continua a non dormire e chi si imbottisce di tranquillanti, un minatore racconta che sta costruendo un muro attorno alla sua casa, «senza sapere il perché» , mentre un altro è disperato perché non ama più suo figlio.
Rocco Cotroneo