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 2011  febbraio 14 Lunedì calendario

LE 8 MERAVIGLIE DEL CAIRO SVANITE NEL GRANDE DISORDINE — I

ladri hanno usato la scala antincendio, nei giorni in cui il Cairo bruciava. Sono entrati dalle vetrate attorno alla cupola rosa, adagiata sul tetto piatto come un coperchio che dovrebbe tenerli fuori. Si sono mossi tra il primo e il secondo piano del museo egizio, sembrano aver scelto quali oggetti rubare. Il portale di ferro ha impedito di accedere alla camera del tesoro, contiene la maschera funeraria di Tutankhamon, ricoperta d’oro, e gli altri reperti ritrovati dentro la sua tomba nella valle dei Re. Solo ieri la lista dei pezzi mancanti è stata resa nota da Zahi Hawass, che da vent’anni regna sulle antichità egiziane e durante il caos politico ne è diventato il ministro, nominato da un Faraone ormai segregato. Una settimana fa aveva assicurato che i saccheggiatori erano inesperti («hanno scambiato il negozio di souvenir per il museo e hanno portato via paccottiglia» ), avevano danneggiato qualche mummia, il patrimonio era intatto. «Cercavano oro e mercurio rosso. La gente è convinta che la sostanza venisse infilata nella gola delle mummie. Una credenza popolare le attribuisce proprietà magiche: può evocare i fantasmi» . Adesso ammette che dalle sale sono spariti diciotto reperti. Il più importante è la statua di Akhenaton, il re eretico e ribelle che cercò di introdurre il monoteismo in Egitto. «E’ eccezionale da un punto di vista estetico, la posizione del re (in piedi, tiene un vassoio per le offerte) è unica. Durante il suo dominio, gli artisti sperimentarono nuovi stili» , spiega Tarek el-Awady, direttore del museo. Manca anche una figura in legno dorato di Tutankhamon, il figlio di Akhenaton, portato da una dea. La scultura del ragazzo mentre pesca da una barca è stata spaccata per staccarne delle parti. «Stiamo cercando questi frammenti ovunque— continua El-Awady —. Nel giardino, attorno all’edificio, sul tetto. Gli altri oggetti trafugati sono una scultura di Nefertiti, la testa in arenaria di una principessa, uno scriba in pietra di Amarna (dove Akhenaton aveva installato la capitale), un monile a forma di scarabeo e undici statuette funerarie» . I carrarmati sorvegliano ancora l’ingresso al palazzo neoclassico, depositato all’angolo di piazza Tahrir nel 1900. Il soldato di guardia non sa quando potrà riaprire, «forse fra una settimana» . I volontari ridipingono i cordoli dei marciapiedi con le strisce bianche e nere, ripuliscono le strade vicino al museo. Qui davanti, tra mercoledì e giovedì della settimana scorsa, le bande sprigionate in strada dal regime hanno assaltato i dimostranti pro-democrazia. Sedici ore di battaglia e caos, che i ladri hanno sfruttato per entrare. I militari hanno recintato l’area solo alla fine degli scontri. «Quelle trafugate sono opere uniche e inestimabili. Nella comunità scientifica, c’è grande preoccupazione— dice Eleni Vassilika, direttrice del museo egizio di Torino, all’Ansa —. Siamo sicuri che le ritroveremo. Non è possibile finiscano sul mercato» . E’ molto difficile riuscire a far uscire i pezzi dall’Egitto. «Nessun privato che avesse i soldi per comprarli si azzarderebbe. Chi ha rubato i reperti ha sfruttato la situazione di disordine, non sono professionisti» . Abd el Ghany el Shihawy, professore di egittologia, è invece convinto che «il furto sia stato organizzato da ladri intellettuali» : «Sono andati a sceglierli, sembra con calma e con tutto il tempo a disposizione, in sale diverse e nei due piani del museo. Perché Hawass aveva detto pubblicamente e ufficialmente che non era stato rubato nulla e adesso viene a dire che si è sbagliato?» . Il direttore spiega che nella notte del saccheggio l’allarme e i sistemi di sicurezza stavano funzionando. Non è chiaro chi avrebbe potuto intervenire. La polizia ha abbandonato le strade dal 28 gennaio, il governo ha lasciato per giorni che i manifestanti patissero le piaghe d’Egitto studiate dal regime: gli attacchi degli sgherri e il sacco del patrimonio più importante in un Paese che dovrà ripartire anche dal turismo.
Davide Frattini