Aldo Grasso, Corriere della Sera 14/2/2011, 14 febbraio 2011
Tg1, Tg5 e la tattica del via anticipato - Nel tentativo di bloccare l’emorragia d’ascolti, si rosicchia qualche minuto alla partenza
Tg1, Tg5 e la tattica del via anticipato - Nel tentativo di bloccare l’emorragia d’ascolti, si rosicchia qualche minuto alla partenza. E così i tg della sera delle ammiraglie non funzionano più da orologio, perché ormai i minuti «d’anticipo» sono ben quattro. Tg1 e Tg5, sotto assedio per l’anteprima di Enrico Mentana, lanciano i loro titoli alle 19.56. Con che risultato? Scarso, finora. Confrontando le performance Auditel dei tg nazionali nell’ultimo mese con quelle di un periodo omogeneo (stesso mese, un anno fa) si comprende che il pubblico si sta progressivamente disaffezionando al Tg1 e al Tg5. Senza entrare nel merito della disaffezione, in un anno il Tg5 ha perso oltre 700 mila spettatori, attestandosi a 5.333.000 individui medi per uno share del 20,8%. Non va meglio il Tg1, che perde, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, 600 mila spettatori, attestandosi oggi a 6.361.000 spettatori, con uno share del 24,8%. Si sostiene che, con l’approdo di molte regioni al digitale, gli ascolti dei tg principali debbano essere naturalmente in calo. Ma il punto è smentito da un dato importante: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli spettatori dei tg serali sono cresciuti, e non di poco. Da 21.135.000 persone medie del gennaio 2010 arriviamo a 21.831.000 spettatori di oggi. Con un guadagno di quasi 700 mila individui. A confermare il fatto che, nonostante le molte fonti, i telegiornali restano un appuntamento rituale estremamente seguito. Chi ci guadagna? Non solo Mentana, che attesta il suo tg a 2.187.000 spettatori, per uno share dell’ 8,5%, acquisendo più di 1 milione e mezzo di «newcomers» . Conquistano terreno anche il Tg2 (+300 mila spettatori), il Tg3 (+120 mila), il Tg4 (+23 mila). (In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel).