Armando Torno, Corriere della Sera 14/2/2011, 14 febbraio 2011
QUANDO ALTO NON VUOL DIRE GRANDE
Napoleone era piccolo. Anche Wagner. Al contrario, Casanova era altissimo. Stendhal, tarchiato come i bovari – con pancetta e pappagorgia – delle illustrazioni oleografiche sette-ottocentesche, inventò eroi magri e alti, i padri anoressici delle lettere. E Vittorio Emanuele III, il più piccolo dei Savoia, detto «sciaboletta», costrinse il regio esercito italiano ad abbassare la statura per il reclutamento. Ché altrimenti si sarebbe dovuto riformare anche il re. Alto, basso, medio: qual è l’altezza migliore? Impossibile rispondere, anche perché i canoni estetici cambiano troppo rapidamente per offrire soluzioni sicure. Possiamo soltanto dire che in taluni periodi è meglio essere atletici tendenti all’alto, come prova il complimento che Alberto Sordi dice a se stesso in Un americano a Roma (1954): «Ammazza che fusto!»; in altri, invece, non conviene esagerare, come suggerisce una battuta che Napoleone sibilò tra i denti a quella volpe di Talleyrand mentre gli passava il cappello: «Non siete grande, ma solo alto». Certo, ora si discetterà di altezza sino a stancarsi, giacché è in discussione alla Camera la proposta di abbassare la statura per l’ingresso nell’esercito. Sino ad ora vale l’ 1,65 per gli uomini e l’ 1,61 per le donne, ma si ventila l’ 1,50 per tutti (vedremo poi se succederà qualcosa per il limite di altezza). Che dire? La storia politica italiana può offrire esempi per risolvere ogni problema, cominciando da Amintore Fanfani: sembra non ricorresse a protesi nelle scarpe per guadagnare i centimetri dell’onore, anzi chiedeva senza problemi pacchi di giornali per meglio arrivare al microfono nei comizi. I legislatori, comunque, tengano conto che Giorgio Vasari nelle sue Vite analizzò coloro che «son creati dalla natura piccoli di persona e di fattezze». E concluse che «se non cominciano cose difficili e quasi impossibili, e quelle non rendono finite con maraviglia di chi le vede, mai non danno requie alla vita loro». Insomma, perfetti per l’esercito.