Notizie tratte da: Silvia Ronchey, Tommaso Braccini # Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente # Einaudi 2010 # pp. 958, 28 euro., 14 febbraio 2011
Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 26 - Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente di Silvia Ronchey e Tommaso Braccini, Einaudi, 2010, 958 pagine, 28 euro
Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 26 - Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente di Silvia Ronchey e Tommaso Braccini, Einaudi, 2010, 958 pagine, 28 euro. Rif. Biblioteca 1394815 Rif. Data base Lungo 1404907 GRIDA Hans Christian Andersen arrivò al porto di Costantinopoli il 25 aprile del 1841: «C’era una tale quantità di urla, grida, fischi e ronzii, che in confronto il rumore della baia di Napoli sembrava una veglia funebre». VESTITI Costantinopoli, secondo Mark Twain tanto pittoresca vista dal mare quanto esecrabile una volta sbarcati. In particolare lo impressionarono i vestiti, «i più oltraggiosi, scandalosi, idolatrici, stravaganti e sgargianti costumi concepibili da un sarto in preda a delirium tremens affiancato da sette diavoli». LABIRINTO Hermann Melville a Costantinopoli camminò per ore prima di scoprire d’essere tornato al punto di partenza: «Proprio come perdersi in una foresta. Niente mappa delle strade. Bussola da tasca. Un perfetto labirinto. Strette. Chiuse, serrate». (13 dicembre 1856) SANTA SOFIA Secondo Mark Twain la moschea di Santa Sofia è «il più rugginoso vecchio granaio della paganità». Alphonse de Lamartine: «Nel suo stato attuale, Santa Sofia assomiglia a un gran caravanserraglio di Dio». Si crede che una porta di Santa Sofia sia fabbricata col legno dell’Arca di Noè. IMPERATRICE L’imperatrice Maria d’Alania vista da Anna Comnena: di statura altissima, sottile «come un cipresso», pelle bianca e viso ovale, guance «colore di myosotis o di rosa». Sopracciglia rosse, alte, arcuate, «lo sguardo di un blu verde iridescente da uccello rapace». (1148 ca). IMPERATORE L’imperatore Costantino VII appassionato di automi. Di fronte al suo trono aveva fatto mettere un albero in bronzo dorato con i rami pieni di uccelli meccanici di specie diverse: ciascuno emetteva il proprio canto. Lì accanto alcuni enormi leoni dorati, che sferzavano il pavimento con la coda e ruggivano aprendo le fauci. Lo stesso trono, grazie a un ingranaggio, si alzava tanto da sembrare sollevato da terra. LOGOTETA Liutprando da Cremona in visita a Costantino VII: «Mi prosternai per tre volte in adorazione, mentre era seduto sul suo trono ben saldo per terra, e quando rialzai la testa lo vidi parato di vesti diverse e sollevato fin quasi al soffitto». L’imperatore potè rivolgersi a Liutprando solo per bocca di un logoteta: «Da quell’altezza, anche volendo, non poteva parlare di persona: sarebbe stato poco elegante». DONNE Tra le donne di Costantinopoli, dice Antonio Baratta (1831), le più belle erano le turche: «Gli occhi soprattutto, la bianchezza delle carni, e la vivacità dei colori del viso, sono tali che è meglio non parlarne». BAGNI Secondo Nicolas de Nicolay le donne turche andavano ai bagni per amoreggiare tra loro: «Talora concepiscono un amore ardentissimo le une verso le altre, come se fossero uomini, a tal punto che, quando abbiano posato gli occhi su una fanciulla o donna di superba bellezza, non si daranno pace finché non saranno riuscite a bagnarsi con lei, per maneggiarla e tastarla dappertutto». GOLOSITÀ «Siamo passati (e niente più) nei bordelli per finocchi. Ho visto prostituti che compravano golosità col denaro del proprio culo, l’ano restituendo allo stomaco quello che normalmente gli viene fornito» (Gustave Flaubert, 1850). SIGNORI La prostituta sedicenne che, in un bordello di Istanbul, chiese a Flaubert di potergli guardare i genitali prima di coricarsi con lui, per controllare che non fosse malato. «Ora, siccome ho ancora un indurimento alla base del glande e avevo timore che se ne accorgesse, ho fatto il signore: sono saltato giù dal letto gridando che mi sentivo insultato».