Nicola Borzi, Plus24 12/2/2011, 12 febbraio 2011
INSIDER E MARKET ABUSE, LA CONSOB ACCELERA
«Non conosco nessuna commodity che valga quanto l’informazione. Informazioni, non m’importa come o dove le ottieni. Ottienile! Tu mi devi stupire!». Così Gordon Gekko irretiva Bud Fox a commettere insider trading – entrambi finivano in manette – nel cult movie "Wall Street" del 1987. Il 20 febbraio di quell’anno Charles C. Cox, commissario della Sec (l’autorithy Usa per le Borse), teneva una lezione sugli arresti di Robert Freeman di Goldman Sachs e Richard Wighton di Kidder Peabody, complici del finanziere Ivan Boesky nell’abuso di informazioni privilegiate. Quasi 25 anni dopo, la lotta all’insider trading e alle manipolazioni di mercato resta una priorità strategica della Consob guidata, dal 18 novembre, da Giuseppe Vegas. Dal 2006 al 2010 la Consob ha comminato 47 sanzioni, 35 per abuso di informazioni privilegiate e 12 per manipolazione del mercato, a 55 persone fisiche e nove società, con multe per 51 milioni e confische per altri 67, con interdizioni per un totale di 368 mesi. Ma la guerra continua, come mostrano i caso Uniland e House Building.
La difesa di risparmiatori e mercati passa per l’analisi delle anomalie dei prezzi e degli scambi di titoli, come spiega la pagina a fianco. La Consob indaga e, se scopre frodi, commina le proprie sanzioni e trasmette la documentazione ai magistrati. L’illiceità scatta quando si manipola il mercato in base a informazioni possedute perché si è azionisti, consiglieri, sindaci o dirigenti della società o per professioni, funzioni o uffici connessi a società e/o ai titoli manipolati. I 12 casi di manipolazione del mercato accertati da Consob tra 2006 e 2010, che hanno riguardato vicende societarie molto rilevanti, hanno comportato multe per 33 milioni a 17 persone fisiche e sei società. Per i 35 casi di abuso di informazioni privilegiate, le multe sono state di quasi 18 milioni.
Reati e illeciti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato sono indicati negli articoli dal 180 al 187 del Testo unico della finanza (Dlgs 58 del 1998). Sono stati introdotti in Italia dall’articolo 9 della legge 62 del 2005 (la Comunitaria 2004) che ha recepito la direttiva Ue n. 6 del 2003 sul "market abuse". Abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato sono reati sanzionati con la reclusione da 2 a 12 anni, la multa da 40mila euro a 6 milioni – 10 milioni per la manipolazione –, triplicabili o aumentabili fino a 10 volte il profitto conseguito dall’illecito. Se c’è responsabilità delle società, scatta la sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 quote aumentabile sino a 10 volte il profitto illecito. Le multe Consob vanno da 100mila euro sino a 15 milioni per abuso di informazioni privilegiate e a 25 milioni per manipolazione di mercato.
Sinora in tribunale la Consob ha sempre vinto: sono stati respinti tutti i ricorsi, tranne due casi di annullamento per la vicenda Fidia/Visconti/Morfino (sanzioni annullate per motivi procedurali dovuti al ritardo con cui secondo i giudici erano state effettuate le contestazioni Consob) e la vicenda Lannutti (per motivi di merito, ma la Consob ha fatto un ricorso pendente in Cassazione). Corti di appello e Cassazione hanno confermato le indagini Consob. Al massimo, i giudici hanno ridotto l’entità delle multe, come nelle vicende dell’equity swap Ifil/Exor e quello del tentativo di scalata di Ricucci a Rcs.
Ma il contrasto a queste forme di criminalità si fa sempre più complesso. Intanto perché con il web gli strumenti di comunicazione attraverso i quali si possono commettere i reati e gli illeciti continuano a crescere. Inoltre l’interconnessione dei mercati finanziari rende sempre più complesse le indagini. L’annunciata fusione tra il gruppo Lse della Borsa di Londra, cui fa capo Piazza Affari, e quella di Toronto (Tmx), complicherà il quadro: le norme nazionali sono diverse e le competenze tra autorità di controllo possono entrare in conflitto. Ma la Consob non demorde. In guardia, Gordon Gekko!