PAOLO GRISERI , la Repubblica 12/2/2011, 12 febbraio 2011
EXOR, PIÙ POTERI A JOHN ELKANN - TORINO
John Elkann prende il timone di Exor sommando al ruolo di presidente quello di amministratore delegato. Il cda di corso Matteotti - ancora per pochi mesi sede della finanziaria degli Agnelli in attesa del trasferimento al Lingotto - accelera contemporaneamente sull´internazionalizzazione e sulla concentrazione dei poteri a Torino sotto la guida del presidente della Fiat.
Elkann rileva il ruolo che fino ad oggi era di Carlo Sant´Albano, che sarà nominato presidente di Cushman & Wakefield, società immobiliare controllata dalla finanziaria degli Agnelli. Tutti i servizi di amministrazione, bilancio e finanza di Exor sono stati concentrati nella mani di Enrico Vellano, oggi capo della finanza della società. «In questo modo - sostengono in corso Matteotti - si rafforza il ruolo di Torino proprio mentre aumenta la penetrazione della società sui mercati globali». Per ottenere questo secondo obiettivo è stato ingaggiato Tobias Brown, già responsabile degli investimenti del gruppo Goldsmith. L´obiettivo dichiarato è quello di affidarsi a un talent scout degli investimenti che abbia maturato una considerevole esperienza sui mercati emergenti dell´Asia. Brown avrà una sede a Hong Kong, ciò che ha fatto temere il progressivo trasferimento degli Agnelli fuori dall´Europa contemporaneamente al paventato spostamento del baricentro di Fiat a Detroit. «Non c´è alcuna intenzione del genere - rispondono in Exor - anzi il ruolo di Torino risulta rafforzato dopo il cda di ieri». La società intende però allargare la prospettiva sia a est che a ovest. In America verrà inviato il trentaseienne Alessandro Nasi, esponente di uno dei rami storici degli Agnelli, con il compito di cercare alleanze con le grandi famiglie del capitalismo nordamericano.
Quale sia invece il futuro baricentro della Fiat si potrebbe capire oggi a palazzo Chigi dov´è in programma l´incontro tra Berlusconi e tre ministri da un lato, Marchionne e John Elkann dall´altro. Tutto nasce dalle dichiarazioni di una settimana fa dell´ad del Lingotto: al termine di un incontro a San Francisco Marchionne aveva parlato del progetto di fusione con Chrysler accennando all´ipotesi che «la sede della nuova società possa essere qua». Affermazione successivamente corretta ma mai del tutto smentita: «Non decideremo oggi», ha detto nei giorni scorsi. La riunione dei vertici del Lingotto con il governo sarà preceduta da un incontro a quattro tra Marchionne, Elkann, Berlusconi e Gianni Letta.
Ancora ieri i sindacati hanno chiesto che dopo l´incontro con i ministri i vertici della Fiat spieghino anche ai rappresentanti dei lavoratori quali sono le strategie per l´Italia: «Sarebbe stato utile - ha detto per la Fiom Giorgio Airaudo - che all´incontro con il governo ci fossero anche le organizzazioni dei lavoratori». «A ore dovrei incontrare Marchionne», ha replicato nel pomeriggio il leader della Cisl Raffaele Bonanni lasciando intendere che oggi a Roma si potrebbe svolgere un incontro separato con l´ad senza la Cgil: «Non sarebbe la prima volta - ha commentato con sarcasmo Susanna Camusso - e i risultati si sono visti: è un modello che produce annunci fatti negli Stati Uniti invece di impegni presi nero su bianco».