Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 12 Sabato calendario

IN UFFICIO CON IL BUS VIA I POST-IT DALLA SCRIVANIA IN AZIENDA TORNA IL BON TON - C´è

un galateo per l´ufficio valido tra le 9 e le 5, che va dalla pulizia al linguaggio, dalle carriere delle donne ai rapporti col collega indiano o cinese. Si parte dalla scrivania, che deve essere pulita e riordinata almeno una volta a settimana, facendo sparire foto delle vacanze, post it e pupazzetti. Si prosegue con le giacche e i vecchi golf appesi un po´ dappertutto, le scarpe di ricambio e la sacca della palestra che, se c´è, deve stare dentro l´armadietto. E si finisce venendo al lavoro in bicicletta o nell´auto condivisa con i colleghi, stampando le fotocopie fronte e retro, evitando di dimenticare il computer, le luci e la fotocopiatrice accesi fino al mattino dopo. La rivoluzione è partita da Kyocera, azienda leader dei pannelli solari: dalla casa madre in Giappone è scattato un ordine poi declinato negli Stati Uniti e ora anche in Italia: clean desk, scrivania pulita. Via anche i cartelli messi a beneficio dell´odiato collega, come l´italianissimo ‘non disturbate l´unico cretino che lavora´. «Una scrivania sommersa di carte trasmette un messaggio negativo sia ai colleghi, sia ai visitatori – non si stanca di spiegare Paolo Turchini, milanese, docente di management alla Sbc, società di counselling aziendale – Occorre moral suasion per convincere anche gli altri a mettere in ordine almeno una volta alla settimana, e a tenere nel portafoglio le immagini delle vacanze».
"I codici sono di moda, ma utili se applicati seriamente – dice Elsa Fornero, economista, vicepresidente di Intesa Sanpaolo, una delle prime banche italiane a dotarsi di regole per la convivenza in ufficio, le pari opportunità, l´ambiente – Ogni società deve tutelarsi da eventuali comportamenti scorretti, dall´uso dei computer aziendali per guardare film porno fino alla polvere sulla scrivania». Mariella Enoc, vicepresidente della Fondazione Cariplo, col suo ponderoso codice etico, aggiunge: "Noi ci abbiamo creduto, e ha funzionato".
Negli Stati Uniti, il Wall Street Journal ha raccontato l´ansia dei dipendenti disordinati che temono sanzioni se e quando l´ispettore alla pulizia si affaccerà nei loro box, mentre a Londra la Bbc ha aperto un dibattito: "Vi vestite meglio per andare a lavorare o per uscire?", rivelando che soltanto il 18% dei bancari indossa ormai la cravatta con regolarità. E una ricerca realizzata dal dipartimento di Scienze Sociali dell´Università di Torino mostra che l´ambiente di lavoro è ritenuto "altrettanto importante" di quello domestico dal 42% degli intervistati, percentuale che sale al 51% se si considerano soltanto le donne. I sindacati collaborano, a condizione che le regole non piovano dall´alto, e ritengono ‘superate´ le vecchie circolari che bandivano bermuda e scollature eccessive. «Per fortuna è stato fatto un passo avanti – dice Carmen Vecera della Fisac, la categoria che nella Cgil rappresenta i bancari – e dalle regole su giacche, cravatte e pupazzetti si sta passando a quelle, più serie, circa l´impegno che abbiamo quando parliamo con un cliente. Per questo partecipiamo all´osservatorio che l´Abi (l´associazione delle banche italiane) ha attivato sui codici etici e la sostenibilità». Le banche sono in prima fila, da Cariplo a Intesa Sanpaolo, da Unicredit a MPS, non ci si ferma qui: risparmio energetico, regole etiche condivise, pari opportunità sono le nuove frontiere. Anche Fiat ha da poco realizzato un progetto di comunicazione per insegnare a impiegati e ingegneri a utilizzare computer e stampanti in modo da non sprecare energia e proteggere l´ambiente, mentre Intesa punta sui comportamenti virtuosi che i 72.000 dipendenti possono adottare fin da quando partono da casa, scegliendo mezzi pubblici, con car e bike sharing interno. Bausch & Lomb, invece, si è spinta più in là, e ha invitato i dipendenti a segnalare chi non rispetta le regole, impegnandosi a tutelarli da ogni ritorsione. Nessuna omertà, insomma, che si tratti della polvere sulla scrivania o di una gara poco trasparente.