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 2011  febbraio 09 Mercoledì calendario

EROINA, PROZAC E STEROIDI GUERRA TRA DROGATI A KABUL

Tre anni or sono fu il settimanale Time a rivelare l’ampio uso di medicinali antidepressivi quali Prozac, Zoloft e Ambien tra i soldati statunitensi schierati in zone di guerra. Ben 20 mila sui 200 mila dislocati in Iraq e Afghanistan “si aiutavano” con gli anti-depressivi per reggere lo stress della guerra. Il 17 per cento dei soldati dei reparti combattenti in Afghanistan e il 12 per cento di quelli in Iraq nel 2007 ottennero prescrizioni mediche di questo tipo. Ieri è toccato ai migliori soldati australiani, gli incursori dello Special Air Service, fare notizia per l’abuso di steroidi nel reparto schierato in Afghanistan. Negli ultimi mesi sette incursori sono stati rimpatriati e congedati con disonore per essere stati trovati in possesso di steroidi anabolizzanti impiegati per aumentare la massa muscolare. Un fenomeno che sembra essere diffuso tra le truppe australiane se il giornale della Marina, Navy News, ha pubblicato un articolo in proposito nel quale si sottolinea che «l’uso di steroidi non solo è dannoso alla salute, ma minaccia la tua carriera e il tuo benessere economico».
I veri professionisti delle "droghe di guerra" restano però i 300 mila militari e poliziotti afghani tra i quali la diffusione di eroina e hashish ha raggiunto livelli elevatissimi. I rapporti ufficiali della Nato, tesi a evidenziare i progressi delle forze di Kabul, non ne parlano ma da quanto trapelato il fenomeno è ormai di vaste proporzioni. Un rapporto del Foreign Office britannico redatto nel marzo 2010 e relativo alla sola provincia di Helmand riferiva che la polizia afghana è corrotta, molti dei suoi agenti sono fittizi, la diserzione è elevatissima e tra molti agenti è diffuso il consumo di droga. Il rapporto, che doveva restare riservato, venne reso noto dal Daily Mail e riportava di un tasso di diserzione o “abbandono del servizio” intorno al 60 per cento mentre la metà delle nuove reclute risultava positiva ai test tossicologici e il 70 per cento era analfabeta.
Difficile pensare che la situazione possa essere migliorata negli ultimi dodici mesi anche se va rilevato che la polizia ha cacciato o incarcerato il 20 per cento degli ufficiali in servizio, accusati di abusi, corruzione o di essere infiltrati talebani. L’esercito afghano poi ha sempre avuto standard migliori della polizia anche se l’esigenza di arruolare un gran numero di reclute (dal marzo 2010 alla fine di quest’anno l’esercito passerà da 100 mila a 172 mila effettivi) ha ridotto i requisiti richiesti alle reclute e ha
impedito controlli accurati su chi si arruola. Le rigide quote etniche imposte dalla legge sull’arruolamento (44% di pashtun, 31% tagiki, l’11% hazara, il 9% uzbeki e il 5% provenienti dalle minoranze) favoriscono corruzione e clientelismi nella corsa allo stipendio da militare (dai 180 ai mille dollari al mese a seconda del grado) pagati da Stati Uniti e alleati che nel 2011 spenderanno 11,6 miliardi di dollari per le forze afghane contro i 9,5 dell’anno scorso.
Nell’estate scorsa un report dello US Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction ha definito il sistema di formazione e valutazione delle forze afghane "inaffidabile e inconsistente" denunciando come molte unità di polizia abbiano la metà degli agenti positivi ai test sull’uso di droghe, reperibili a buon prezzo ora che l’Afghanistan detiene anche il record nella produzione mondiale di Hashish oltre che di oppio.
Interi battaglioni dell’esercito hanno solo il 59 per cento degli organici previsti mentre solo il dieci per cento degli agenti di polizia ha capacità operative. Drogati, analfabeti, corrotti e collusi con i talebani. Se sono queste le forze che dovrebbero avvicendare nel 2014 le truppe alleate per garantire la sicurezza dell’Afghanistan si può ben capire perché i militari americani che li affiancano in combattimento facciano ampio uso di antidepressivi.