Gabriela Jacomella, Corriere della Sera 11/02/2011, 11 febbraio 2011
MA FACEBOOK FA MALE AI BAMBINI? NASCONO I BABY-BLOG «VIGILATI» —
Niente Facebook per le «prime figlie» d’America. Non è una punizione per essersi comportate male in pubblico, quella in cui sono incorse Sasha e Malia Obama. Il divieto all’uso dei social network fa, piuttosto, parte della strategia educativa di Michelle. Che mercoledì, durante il programma «Today» , sulla Nbc, ha ammesso di «non essere una grande sostenitrice del fatto che Facebook sia messo a disposizione dei bambini» .
I servizi segreti, per una volta, non c’entrano nulla. In altre parole: se Sasha e Malia, 9 e 12 anni, non avessero un papà che di nome fa Barack e di lavoro il presidente degli Stati Uniti, la decisione non cambierebbe di una virgola. Certo, le regole di sicurezza rendono di fatto impossibile per le piccole aprirsi un «account» personale. «Abbiamo la fortuna di avere molti limiti» , ha chiosato sorridente la first lady: che i ragazzini frequentino i social network «non è qualcosa di cui si sente la mancanza, non è necessario» .
Se ne riparlerà, nel caso, se e quando la famiglia lascerà la Casa Bianca; anche perché a quel punto— si spera— almeno una delle piccole avrà superato la soglia dei 13 anni. Quella che, in teoria, vieta l’uso di Facebook a tutti gli 0-12, a prescindere dal via libera dei genitori. Il fatto è che, nel mondo reale, le regole di quello virtuale possono tranquillamente venire infrante; qualche aggiustamento sui dati personali, e il gioco è fatto. Facebook, Twitter, MySpace, e via elencando: in un mondo in cui — dati Istat alla mano — il 71,6%dei bimbi tra i 6 e i 10 anni già usa Internet per «giocare o scaricare giochi, immagini, musica» e un non trascurabile 17,6%per «mandare o ricevere mail» , la curiosità verso i social network, quello strano mondo in cui gli adulti comunicano via chat e messaggi in bacheca, è quasi inevitabile. Che assecondarla sia consigliabile, però, è un altro paio di maniche.
«In fondo è un discorso molto simile a quello già fatto per la tv, no? Quando si diceva che va guardata con i figli, discussa con loro... Il punto è che poi, per come sono diventate le nostre vite, non siamo in grado di farlo» , esordisce Luca Sofri, blogger e fondatore del magazine online IlPost, ma anche papà, con Daria Bignardi, di Emilia, 8 anni. E proprio lui, che pure nel Web vive ogni giorno, mette le mani avanti: «Sono molto critico sulla costruttività dell’uso di Facebook da parte dei più piccoli. È importante ed arricchente, certo, che imparino a usare la Rete: ci possono scovare cose interessanti, impararne i meccanismi. Ma Facebook riproduce semplicemente, su un computer, cose che si fanno nella vita reale. E che tali dovrebbero restare» .
Non sono i «pericoli» del Web a spaventarlo, «esistono ma si possono tenere d’occhio» . Ad esempio, come alcuni suggeriscono, aprendo un blog da far gestire al pargolo, e sapendo che — con gli aggiornamenti sulla propria email — si può monitorare cosa viene pubblicato e chi vi accede? «Ma no, il blog può aprirlo se ne ha voglia, se si diverte; ma non come mezzo per noi genitori, per andare a vedere con chi parla, chi la contatta. Più che per il controllo, sono per l’educazione e la responsabilizzazione» . Una linea sposata anche dalla psicologa Silvia Vegetti Finzi: «Dare ai figli un blog controllato equivale a una pseudolibertà che è una libertà vigilata, tanto vale non darla... Implicitamente, si riconosce che a quest’età non si è pronti per il mondo virtuale» .
Ci sono, va detto, alternative «under 13» a Facebook, pensate proprio per i più piccoli: Togetherville, Kidswirl, Mypage. «Ma a quell’età i bimbi hanno già un loro mondo virtuale ricchissimo, che è quello della fantasia. Non c’è nessun bisogno di alternative tecnologiche, che possono solo anticipare quel che faranno più tardi, e con cognizione di causa — chiude la Vegetti Finzi—. L’infanzia oggi è quasi cancellata, gli anni prima delle medie sono ormai una specie di "riserva"... Per la vita adulta c’è tempo. Impariamo ad aspettare» .
Gabriela Jacomella