Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera 11/02/2011, 11 febbraio 2011
CRESCITA, NUOVE MISURE AD APRILE —
Partenza alle 8.30, da Reggio Calabria. La squadra è la stessa del giorno prima: il ministro dell’Economia Giulio Tremonti con i segretari della Cisl, Raffaele Bonanni e della Uil, Luigi Angeletti. Niente treno, stavolta, ma un piccolo van per risalire fino a Salerno. La giornata, però, comincia nel segno delle aspre critiche del Foglio, guidato da Giuliano Ferrara, il suggeritore della cosiddetta «scossa» berlusconiana all’economia. Il titolo-accusa è diretto: «Un Tesoro di ostacoli» . La tesi anche: il premier è convinto che sia possibile veder spuntare l’albero della crescita seminando ancora nel campo dei miracoli italiani. Ma Tremonti che intenzioni ha? Non è che il ministro viaggia da solo? Un primo chiarimento, forse arriva in serata, alle 19. Poco prima Tremonti incontra il presidente Giorgio Napolitano, ufficialmente per preparare la visita del capo dello Stato in Germania. Subito dopo il ministro vede Berlusconi, trenta minuti a Palazzo Grazioli. Motivo? All’orizzonte si profila un problema con il Parlamento simile a quello vissuto con il decreto sul federalismo. Questa volta è in gioco il «Milleproroghe » , provvedimento economico omnibus, considerato fondamentale dal governo. Il testo è all’esame del Senato, da dove dovrebbe uscire martedì prossimo senza problemi. Poi passerà al vaglio della commissione Bilancio della Camera e qui rischia di impantanarsi, perché maggioranza e opposizione sono pari: 24 deputati a testa. Come rimediare? Berlusconi e Tremonti hanno cominciato a discuterne. E con l’occasione il ministro è tornato sul piano di aprile, da presentare all’Unione Europea. Resta l’interrogativo che gira fin dalla mattinata, nel pullman che lentamente si muove verso Gioia Tauro: Tremonti si sta defilando? Viadotti smozzicati, montagne sfregiate da ferite che, un giorno, dovrebbero trasformarsi in gallerie. È il tratto più difficile da ricostruire e il più esposto agli attacchi della ’ ndrangheta. Da ieri è presidiato dall’esercito, come richiesto dal presidente dell’Anas Pietro Ciucci. Al titolare dell’Economia viene segnalato l’apprezzamento, forse inaspettato, del Fatto Quotidiano («È un ministro che conserva il rispetto per se stesso» , scrive il direttore Antonio Padellaro). Allora, si sta defilando? «Ma nooo. Al contrario. Adesso faremo ogni settimana le riunioni tra i ministri per andare avanti» . E qui annuncia, a titolo di esempio, che vuole riproporre al più presto due norme in materia di appalti. «I grandi lavori procedono a rilento sostanzialmente per due motivi — osserva Tremonti—. Le imprese vincono le aste con grandi ribassi, ma poi aggiungono clausole di riserve di ogni tipo per recuperare sui costi. E quindi è opportuno mettere un tetto al valore di queste riserve: diciamo il 30%rispetto al totale dell’appalto. L’altro punto sono le opere compensative. Quando una strada attraversa un comune c’è la corsa degli amministratori per portarsi a casa due palestre, una piscina, il rondò o anche solo una fioriera. Anche qui serve un limite: vogliamo dire 20%del valore?» . A Lagonegro il ministro fa fermare il pullman in un cantiere, dove scambia due parole con gli operai in tuta gialla. Poi ultima sosta nell’autogrill Tarzia Est, rapida «ispezione» ai bagni e giudizio finale: «Sono puliti» . È l’ora di pranzo. Bonanni tira fuori i panini e li offre al ministro con una richiesta fuori programma: «Sì, ma noi sulle tasse non molliamo. Bisogna alleggerire il carico dei lavoratori dipendenti e spostarlo sui consumi» . «E lo dici a me? — replica il ministro — Sono io che ho parlato di spostare la tassazione dalle persone alle cose» . «Bene, allora fatelo» . Si farà in questa legislatura? Berlusconi spinge. Ma il ministro non va oltre un: «Vedremo» . È un attimo e il discorso sale verso i vincoli ineludibili dell’Europa. Poi verso il federalismo «che non può avere lo stesso significato nel Nord e nel Sud, perché nel Mezzogiorno è necessario l’intervento del governo e delle Regioni» . Tutti «dati reali» che sfuggono «ai cantori del libero mercato» . Tremonti ora affonda con divertimento: «Ai tempi di Croce a Napoli alcuni piccoli intellettuali si pavoneggiavano citando continuamente "il concetto"hegeliano, in tedesco "begriff". E il filosofo quando li incontrava per strada diceva in napoletano: ecco qua "E’ begriffe". Oggi io vedo in giro tanti "begriffe"del libero mercato» . Roma-Termini, finalmente. Nel frattempo le agenzie hanno già battuto i commenti sulla «missione Sud» di Tremonti. «Sconcertante» , secondo l’economista del Pd, Stefano Fassina: «Ma Tremonti dove vive? Aveva bisogno di un viaggio per scoprire una triste realtà nota da sempre e aggravata dai suoi tagli ai trasferimenti alle Fs?» . Il ministro, però, insiste. Prima di mettersi giacca e cravatta e correre al Quirinale, c’è il tempo per l’ultima battuta: «Nel Sud i moscerini sono più veloci dei treni» .
Giuseppe Sarcina