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 2011  febbraio 11 Venerdì calendario

Pasticciaccio editoriale: chi pubblicherà Gadda? - Che le case editri­ci si siano sem­pre contese gli autori l’un l’al­tra, va da sé, ma questo potreb­be essere uno dei rari caso di contesa, per così dire, al ra­lenti

Pasticciaccio editoriale: chi pubblicherà Gadda? - Che le case editri­ci si siano sem­pre contese gli autori l’un l’al­tra, va da sé, ma questo potreb­be essere uno dei rari caso di contesa, per così dire, al ra­lenti. Ad Adelphi, infatti, ci vor­ranno forse parecchi anni per incamerare nel proprio catalogo le opere di Carlo Emilio Gadda, togliendole a Garzanti (e sempre che Gar­zanti non decida di rilancia­re, possibilità che l’editore non esclude). Anche se ieri, a leggere l’articolo di Paolo Di Stefano a doppia pagina sul Corriere , sembrava che l’Ingegnere avesse già traslo­cato in toto, «armi e baga­gli », in via San Giovanni sul Muro, suggestiva sede adel­phiana, pronto per una tran­quilla e cadenzata riedizio­ne filologica della sua opera omnia. La situazione, inve­ce, è un po’ più complicata. Tutto è partito da un accor­do­sottoscritto qualche gior­no fa tra Roberto Calasso, pa­tron Adelphi, e Arnaldo Libe­rati, nipote di Giuseppina, la governante che Gadda scel­se come sua erede. Adelphi comincerà fin da quest’an­no con Accoppiamenti giudi­ziosi , per proseguire l’anno prossimo con la pubblicazio­ne di L’Adalgisa e Meravi­glie d’Italia , e poi prendere definitivamente quota nel 2013 con una nuova fascino­sa edizione di Eros e Priapo basata sugli autografi conte­nuti in un baule in possesso degli eredi Liberati e conser­vato a Villafranca. Bene. «Evento destinato a entrare nella storia dell’edi­toria » dichiara il Corriere , che elencando i big della no­stra letteratura presenti nel catalogo Adelphi scrive an­che: «Il catalogo del miglior Novecento è quasi comple­to ». A contorno della noti­zia, ci sono le riflessioni su Gadda dello stesso Calasso, che però, dice, desiderereb­be avere in catalogo anche Italo Calvino e Elsa Moran­te. Solo che ieri in tarda matti­na Garzanti, storico editore di Gadda, decide di rilascia­re una lettera-comunicato stampa (firmata dal diretto­re editoriale Oliviero Ponte di Pino e che dovrebbe appa­rire oggi sul Corriere ) in cui si legge: «Dagli anni Ottanta e ancora almeno per i prossi­mi tredici anni le opere di Gadda, comprese dunque La cognizione del dolore , L’Adalgisa e Quer pasticciac­cio brutto de via Merulana , sono state e continueranno a essere pubblicate come da contratto dalla casa editri­ce. Dunque la Garzanti reste­rà ancora a lungo la casa di Carlo Emilio Gadda. Dopo il 2023, chi avrà pazienza ve­drà ». Siamo alle porte di una bat­taglia legale? L’anno prossi­mo avremo L’Adalgisa Adel­phi, L’Adalgisa Garzanti e un tribunale in mezzo per decidere quale delle due ha diritto di restare in libreria? «Quella di Garzanti - ci dice Matteo Codignola dell’Adel­phi - mi sembra una reazio­ne ambigua, per quanto comprensibile, a una situa­zione chiara. A partire dal prossimo autunno, le opere singole di Carlo Emilio Gad­da in scadenza di contratto passeranno ad Adelphi. Tut­te le opere, incluse dunque L’Adalgisa , La cognizione del dolore , il Pasticciaccio . Garzanti continuerà a dete­nere, fino al 2023, i diritti del­le opere complete, curate da Dante Isella nella collezione La Spiga dove ovviamente fi­gureranno, insieme ad altri, anche i titoli in questione. Il lettore sarà quindi libero di scegliere fra i titoli singoli, pubblicati da Adelphi, e quelli in raccolta, pubblicati da Garzanti. È un fatto del tutto ricorrente, in editoria, che a nostro avviso non offre alcuno spunto di polemica». Oliviero Ponte di Pino, da parte sua, ci ha spiegato: «Po­chi anni fa Garzanti ha rinno­vato i diritti per le opere com­plete di Gadda, pubblicate nella celebre edizione in cin­que volumi, dove rimarran­no disponibili tutte insieme. Si tratta di edizioni in genere stabilite a partire dai testi ap­provati dall’autore. Adelphi può acquistare via via un ti­tolo per volta fino ad acqui­sirli tutti, ma il dottor Calas­so e gli eredi di Gadda posso­no stare tranquilli: l’autore del Pasticciaccio non era cer­to un orfanello, aveva da tempo un’ottima casa in Gar­zanti e continuerà ad averla almeno per i prossimi 13 an­ni. E anche oltre, magari».