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 2011  febbraio 11 Venerdì calendario

Io, Silvio e Sara Tommasi ecco cosa è successo in quel volo - È lampante e anche un po’ im­barazzante la sconfortante banalità del dialogo di Celentano e Grillo sul Corriere di lunedì in una manifest­a­zione di qualunquismo e di mortifi­cata in­telligenza che tanto più appa­re evidente se si paragona alle intelli­genti riflessioni delle donne a con­f­ronto che sullo stesso giornale si mi-surano in attesa dell’annunciata manifestazione di orgoglio femmi­nile del 13 febbraio

Io, Silvio e Sara Tommasi ecco cosa è successo in quel volo - È lampante e anche un po’ im­barazzante la sconfortante banalità del dialogo di Celentano e Grillo sul Corriere di lunedì in una manifest­a­zione di qualunquismo e di mortifi­cata in­telligenza che tanto più appa­re evidente se si paragona alle intelli­genti riflessioni delle donne a con­f­ronto che sullo stesso giornale si mi-surano in attesa dell’annunciata manifestazione di orgoglio femmi­nile del 13 febbraio. Poi a San Valen­t­ino tutto tornerà come prima e i ses­si, saranno come sono, reciproci nei diritti e nei piaceri. Ebbene, Emma Fattorini, senza il seguito di menti ottenebrate di Celentano e Grillo, ci ricorda che «la vera libertà supera i rischi del moralismo» e spiega: «Non si tratta di colpe morali ma di capire le novità: non più solo quelle relative alle polimorfe forme della sessualità maschile, insieme com­pulsive e mai coinvolte nella relazio­ne. Ma occorre vedere anche l’orgo­gliosa disinvoltura c­on la quale sem­pre più donne non si limitano a lavo­rare con il “ corpo”ma lo considera­no una vera e propria fortuna, un mi­raggio. Cambiano solo le forme del­la p­erenne accoppiata sesso e pote­re o c’è qualcosa di nuovo? E infine, “non giudicare”la prostituzione de­ve significare che quello è davvero un “lavoro” come un altro»? All’ultima domanda hanno già da tempo risposto Pia Covre e Carla Corso manifestando il loro orgoglio di prostitute. Ma adesso la parola prostituta viene usata in modo indi­scrimi­nato e offensivo e vi è una mi­naccia grave, nel clima di risorgente moralismo alla libertà del piacere e del desiderio. Il desiderio di una donna, con il diritto di non essere considerata puttana, è diverso ed ha minor dignità del desiderio del­l’uomo? Vedo invece oscenamente pubblicati e interpretati i messaggi telefonici di Sara Tommasi con rela­tive perquisizioni e annunciate in­chieste sul «giro di prosti­tuzione napoletano», scambiando agenti televi­sivi­e di serate per sfruttato­ri della prostituzione, con­tr­o ogni evidenza e ogni li­bera decisione. Tutto è det­to nelle dichiarazioni di Sa­ra Tommasi, anche nelle sue intemperanze e ma­nie di persecuzione: «Il mio problema è un impul­so insopprimibile a fare sesso, ma non sono una prostituta». Confermo. Un sesso semplice co­me quello di un maschio. Io l’ho in­contrata negli studi di Domenica 5, l’ho vista gentile e sorridente, mi è stata presentata come un’attrice qual è, e continuo a considerarla ta­le. Dopo averla vista in due occasio­ni molto serenamente ho pensato di invitarla a una manifestazione fol­­cloristica e significativa: l’inaugura­zione dell’unico monumento a Ga­ribaldi nel 150˚ dell’Unità d’Italia. Ma non in Italia. In Bulgaria. A So­fia. Io ero stato invitato come sindaco di Salemi, la prima capitale d’Italia, con insistente sollecitazione del pre­sidente di «Casa Sicilia», Nino Di Giacomo, che aveva organizzato fe­steggiamenti per l’arrivo del presi­dente Berlusconi. Visto l’invito uffi­ciale e la insolita circostanza chiesi al cerimoniale della presidenza del Consiglio di poter partire con il pre­sidente sul volo di Stato insieme a funzionari e giornalisti. Niente di più semplice. Il presidente e il sindaco. Avendo considerato del tutto normale, curiosa e beneducata Sara Tomma­si, le chiesi di accompa­gnarmi. Accettò con entu­siamo, ma nella tarda sera­ta mostrò alcune difficoltà a ritornare a Roma, così an­dai a prenderla a Caianiel­lo e arrivammo a Ciampi­no alle 8 del mattino. Berlusconi pro­veniente da Milano era in ritardo, e nell’ora di attesa Lele Mora cercò di convincere la Tommasi, di cui era l’agente televisivo,a non partire per gli impegni di una campagna pub­blicitaria. Io stesso parlai con Mora e intenerito dall’atteggiamento umi­le e contrito della Tommasi gli chie­si di essere comprensivo per quella visita a Sofia che io giudicavo inte­ressante e insolita. Quando salim­mo­sull’aereo il presidente non mo­strò nessuna particolare attenzione o intimità per Sara, e mi sembrò semplicemente collegarla al Gran­de fratello messo in onda su una del­le sue reti, Canale 5. Parlarono forse un minuto. Poi si arrivò con qual­che ritardo, si andò ad inaugurare il monumento e, con il premier bulga­ro e l­a moglie si partecipò a una cola­zione in un bel ristorante con buoni cibi e danze folcloristiche, io al tavo­lo delle autorità, la Tommasi con funzionari e giornalisti. Alla fine del pranzo tra sorrisi e battute Berlusc­o­ni si congedò per partire per la Libia e noi rimanemmo per una mia con­f­erenza a «Casa Sicilia». La mattina dopo all’alba, senza aver dormito, e con qualche problema di stomaco, come lei stessa ha ricordato, Sara Tommasi ripartì per l’Italia. Dov’è lanotizia?Dov’è lo scandalo?E non c’è forse una violazione non del dirit­to alla privacy del premier come di chiunque, ma delle donne che lo fre­quentino, gli scrivano un Sms e che hanno il diritto di non essere chia­mate prostitute? In questa vicenda io chiedo semplicemente il rispetto della dignità della Tommasi violata da intercettazioni e perquisizioni. Sembra che, non so in che tempo, probabilmente dopo di me, Sara Tommasi abbia mostrato particola­re interesse per Berlusconi. E con questo? Un dato psicologico non è emerso: la competizione, la vagheg­giata meritocrazia di donne, intelli­genti tutte, e in più belle che aspira­no a essere la favorita, ad avere mag­giori attenzioni, e protestano se si ve­dono trascurate o dimenticate. Oc­corre dunque manifestare contro la donna, contro questo tipo di donna umiliata e offesa nel giudizio morali­stico? Mi pare giusto rispondere con le parole di Maria Nadotti, nel «forum» del Corriere : «Poiché ogni segno di vitalità civica merita atten­zione, l’ho letto con cura e disponibi­lità a “mobilitarmi” e così, a modo mio,mi mobilito chiosando e segna­lando quel che di questo appello all’“ indignazione attiva” mi sgomenta, mi disturba, mi offende». E conclu­de: «Quel che mi intristisce, mi in­quieta e mi spaventa è che dietro il vostro invito a “risvegliarsi” si na­sconda una velata, forse inconscia, forma di razzismo intrisa di sessi­smo e di classismo: donne sacrifica­li (quelle che vanno a letto presto e si alzano presto) verso ragazze a ore (quelle che vanno a letto col capo), moralità verso apatia dei sentimen­ti, anime verso corpi. Noi, donne e uomini, siamo fatti di tutto questo. La contraddizione - o la complessi­tà- è dentro di noi. Guai a chi ci divi­de, mettendoci gli uni contro gli al­tri e invitandoci alle crociate ». In di­fesa anche di Sara Tommasi.