Simona Saia, Novella 2000, n. 7, 17/02/2011, pp. 44-45, 17 febbraio 2011
Il marchio “Bunga Bunga”, secondo gli esperti, varrebbe non meno di 100 mila euro, il prezzo da pagare per assicurarsi il copyright, e quindi l’utilizzo del marchio
Il marchio “Bunga Bunga”, secondo gli esperti, varrebbe non meno di 100 mila euro, il prezzo da pagare per assicurarsi il copyright, e quindi l’utilizzo del marchio. *** Yuri Scarpellini, ideatore e designer della linea di T-shirt Happiness: «Io ho fatto la richiesta per il marchio Bunga Bunga 20 giorni fa. Non so in quanti ci abbiano pensato; sto aspettando l’ok dall’ufficio brevetti. Per il momento, ho cambiato il mio marchio iniziale “Rock and Roll” in “Sex Drugs & bunga bunga. Il logo? Una scritta pulita perché Bunga Bunga già evoca situazioni a non finire». *** Altre idee Vip: Emanuele Filiberto di Savoia: «Bunga Bunga per me è un’auto monovolume dove si possono caricare un sacco di ragazze. Il logo: su uno sondo giallo savana, un gorilla che stringe in un unico abbraccio tante belle scimmiette». Vittorio Sgarbi: «Una discoteca dove, come insegna, c’è la faccia di Berlusconi che ride». Al Bano Carrisi: «Con il marchio Bunga Bunga, penso a una buona marca di profilattici. Come simbolo, un cuore in mezzo al mare». Alba Parietti: «Non ho alcun dubbio: il Bunga Bunga lo lancerei in forma di lassativo di straordinaria efficacia». Patrizia De Blanck: «Farei un linea di corsetteria: reggiseno, mutandine e calze in stile burlesque».