ANNA MASERA, La Stampa 9/2/2011, pagina 88, 9 febbraio 2011
Quanto è sicura Internet? - Ieri si è celebrato il «Safer Internet Day»: di che cosa si tratta? Dal 1999 tutti gli anni in tutto il mondo si celebra la giornata per un’Internet più sicura, e si è scelto di farlo nel secondo giorno della seconda settimana del secondo mese dell’anno: nel 2011 questo giorno è stato ieri, martedì 8 febbraio
Quanto è sicura Internet? - Ieri si è celebrato il «Safer Internet Day»: di che cosa si tratta? Dal 1999 tutti gli anni in tutto il mondo si celebra la giornata per un’Internet più sicura, e si è scelto di farlo nel secondo giorno della seconda settimana del secondo mese dell’anno: nel 2011 questo giorno è stato ieri, martedì 8 febbraio. Chi ha promosso l’appuntamento in Europa e in Italia? L’incontro è organizzato da InSafe, la rete europea di cooperazione per la promozione dell’uso sicuro di Internet costituita e cofinanziata dalla Commissione europea (www.saferinternet.org), e nel nostro Paese ha come referenti Save the Children e Adiconsum che coordinano il centro italiano per la sicurezza in rete (www.sicurinrete.it). Come si celebra? Vengono organizzati centinaia di eventi, in realtà non solo durante la giornata, ma in tutto il mese di febbraio, per aumentare la consapevolezza sui temi della sicurezza in Rete e proteggere i bambini e i ragazzi minorenni. Lo slogan di quest’anno: «Mano sul mouse, piedi per terra. È più di un gioco, è la tua vita» fa riferimento al tema delle vite virtuali e riguarda soprattutto i giochi online e i social network. Uno studio realizzato per l’occasione da Microsoft tratteggia una generica impreparazione a scegliere gli strumenti giusti di controllo da parte degli adulti. Come si fa a proteggere i minorenni e rendere sicura la loro navigazione online? Ci sono software appositi: l’ultimo nato si chiama «Yu Control», è italiano, e consente di monitorare anche a distanza e in tempo reale attraverso un cellulare o via email tutti i contenuti visitati dai bambini nei siti Web. Ma, come ha spiegato ieri dal centro per Internet sicura in Belgio la Commissaria europea Neelie Kroes, responsabile del programma «Digital Agenda» che promuove lo sviluppo di Internet in Europa, la soluzione non è mettere lucchetti, filtri o censure, piuttosto bisogna che gli adulti si attivino per essere in grado di guidare i ragazzi anche nel mondo digitale. Alla fine, niente può sostituire l’educazione. C’è un finanziamento pubblico per sostenere progetti educativi? Il programma, mirato soprattutto a rendere Internet un luogo più sicuro per i bambini e i ragazzi minorenni, conta su un budget europeo che si rinnova ogni quattro anni in base ai risultati raggiunti: il piano Safer Internet 2009-2013 può contare su 55 milioni di euro investiti per combattere l’illegalità online e il bullismo, ma anche per finanziare ricerche sull’utilizzo, sui rischi e le conseguenze delle tecnologie digitali - social network e videogiochi compresi - nella vita dei minorenni, compresi gli aspetti sociologici e psicologici degli abusi anche a sfondo sessuale. Ma Internet è sicura? Come nella vita reale, bisogna essere alfabetizzati per non cadere nelle trappole. Secondo i dati raccolti dalla Commissione europea, quasi un terzo degli internauti è stato infettato da un virus, l’84 per cento usa un antivirus, e solo il 12 per cento si sente sicuro a fare acquisti sul Web. L’accesso a Internet deve essere facile e immediato per tutti, ma così come è noto che bisogna studiare e fare pratica per ottenere la patente di guida, bisogna sapere che non basta affidarsi ai software per proteggersi per esempio dalla minaccia dei virus informatici e delle frodi online. Per alfabetizzare i cittadini europei all’utilizzo della Rete la Commissione europea ha creato il programma «Agenda Digitale». L’Italia ha una strategia digitale? Non ancora. Secondo l’Istat, l’Italia resta tra gli ultimi Paesi dell’Europa a 27 ad accedere a Internet. Il 57% delle famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni possiede un computer, ma solo il 43% accede a Internet a banda larga (dati che ci pongono in fondo alla classifica europea, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania). Con un divario Nord-Sud (rispettivamente 54% e 47% di famiglie con accesso a Internet) e ancora maggiore tra città (58%) e piccoli centri (45%). Ma l’occasione mancata non è solo per i più giovani ma anche per gli anziani, soprattutto quelli soli: meno del 10% ha un computer e meno del 7% è connesso a Internet, un’occasione mancata perché potrebbero trarre grandi benefici dal rimanere maggiormente connessi al resto della società e ai propri cari e dall’usufruire di assistenza medica tempestiva, mirata e a costi più contenuti. Esiste un’«agenda digitale» italiana? Sì: proprio oggi l’iniziativa «www. agendadigitale.org», promossa e sottoscritta online da oltre 10 mila persone nel giro di pochi giorni, sarà sottoposta a Roma, dalla sala conferenze del Macro, ai politici (hanno aderito Luca Barbareschi, Paolo Gentiloni, Linda Lanzillotta, Mario Valducci) che intendono rispondere con proposte concrete per sviluppare una cultura digitale in Italia che riduca i rischi e aumenti per tutti le opportunità offerte da Internet.