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 2011  gennaio 09 Domenica calendario

Volkswagen soffia il Brasile a Marchionne - Sergio Marchionne avrà accolto sicuramente male i dati sulle immatricolazioni di auto­mobili in Brasile

Volkswagen soffia il Brasile a Marchionne - Sergio Marchionne avrà accolto sicuramente male i dati sulle immatricolazioni di auto­mobili in Brasile. A irritare l’am­ministratore delegato della Fiat, più che il sorpasso compiu­t­o dalla Volkswagen sul Lingot­to (la prima volta dopo otto an­ni), è il fatto che l’avvicenda­mento al vertice della classifica delle immatricolazioni non è dovuto dall’improvvisa disaffe­zione dei brasiliani verso le au­to di Torino, bensì alla satura­zione del mega-stabilimento di Betim. Dalle linee escono 1,5 vetture al minuto, 24 ore su 24, per 365 giorni, un vero record, ma non basta per soddisfare la domanda in costante aumen­to. Tant’è che è in fase di realiz­zazione un nuovo impianto a Pernambuco, nel complesso di Suape, che però sarà pronto nel 2014. Per fare fronte alla si­tuazione, la fabbrica Argentina di Cordoba dovrebbe assicura­re 100mila unità in aggiunta nei prossimi mesi. In gennaio, a fronte di una produzione com­plessiva record di 261mila vei­coli, Volkswagen si è piazzata davanti a Fiat: 54mila vetture vendute (23,7% del totale) con­tro 46mila (20,2%). Dalle retro­vie, nel frattempo, avanzano co­reani, francesi e cinesi (Hafei e Chevy sono già davanti a Mer­cedes e Bmw). In Italia, intanto, i fari restano puntati sull’incontro di sabato a Roma dove Marchionne do­vrà chiarire al governo il peso che l’Italia continuerà ad avere per il Lingotto. Anche i sindaca­ti vogliono incontrare l’ammi­nistratore delegato del Lingot­to. «Quella di sabato è un’inizia­tiva del governo, noi stiamo chiedendo un incontro in sepa­rata sede», spiega il segretario generale della Cisl, Raffaele Bo­nanni, il quale chiede chiarez­za perché «chi vuole garanzie le deve anche dare». Non è fiducioso sull’appunt­a­mento di sabato il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, che parla di«un’altra puntata del te­atrino, in cui il governo fa la sua parte», mentre per Bruno Vita­li, responsabile Auto della Fim, «è un incontro utile, anche se tardivo. Le cose grosse - osser­va - ce le siamo sbrigate da so­li ». Non è pessimista la presi­dente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Lo spostamento della sede e della parte di pro­g­ettazione da Torino a Detroit­afferma - da quello che abbia­mo capito, non è all’ordine del giorno. Marchionne avrà mo­do di spiegare quello che inten­deva dire». Drastica Susanna Camusso, leader della Cgil: «Tra le cose che sospettiamo e vorremo venire smentiti, ma non lo siamo, è che una parte della progettazione stia già tra­sferendosi negli Usa. Troppe le cose lasciate in sospeso che a Torino non dicono; il tema non è la produzione a pochi mesi, che abbiamo capito ci sarà, ma qual è il futuro di questa azien­da in rapporto all’Italia». C’è infine un nuovo accordo separato, questa volta sui per­messi sindacali, firmato da Fiat con Fim, Uilm e Fismic, senza la Fiom. «Si modernizza la natu­ra dell’intesa, che risaliva al 1971, e si ridimensiona il peso eccessivo dei direttivi sindaca­li. L’accordo ci riporta vicini al­la quantità di permessi che ave­vamo », Roberto Di Maulo (Fi­smic).