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 2011  febbraio 08 Martedì calendario

Ilham Azounid, 32 anni, e il figlioletto Rashid, 2 anni. La donna, marocchina, commessa in un forno di Bologna, «ragazza seria, efficiente, affabile con le colleghe e i clienti», nel 2007 aveva sposato Marcello Pistone, 48 anni, originario di Carini in provincia di Palermo, «tipo chiuso e schivo» che raccontava in giro di lavorare come investigatore ma sulla carta d’identità aveva scritto commerciante

Ilham Azounid, 32 anni, e il figlioletto Rashid, 2 anni. La donna, marocchina, commessa in un forno di Bologna, «ragazza seria, efficiente, affabile con le colleghe e i clienti», nel 2007 aveva sposato Marcello Pistone, 48 anni, originario di Carini in provincia di Palermo, «tipo chiuso e schivo» che raccontava in giro di lavorare come investigatore ma sulla carta d’identità aveva scritto commerciante. I due erano andati a vivere assieme ma dopo undici mesi lui s’era rivelato geloso e violento e nemmeno la nascita di Rashid, a gennaio 2009, aveva riportato la serenità nella coppia. Allora Ilham se n’era andata di casa e il marito da allora aveva preso a perseguitarla con insulti e appostamenti sul luogo di lavoro, tanto che lo scorso ottobre era stato arrestato per stalking. Rilasciato dal giudice con l’ordine di non avvicinarsi alla donna (che nel frattempo s’era trasferita col bambino in una struttura protetta, seguita dai servizi sociali) l’altro giorno il Pistone la convinse a trascorrere una giornata assieme e lei, per il bene del bambino, accettò. I vicini di casa li videro giocare col piccolo, «tranquillissimi», nel giardino condominiale, poi l’uomo fece salire il figlio e l’ex consorte sulla sua Skoda Fabia e all’improvviso, vicino all’ingresso del garage, tirata fuori una calibro 7.65 rubata al Poligono di tiro la settimana prima, sparò più colpi addosso a entrambi. Quindi scese dalla macchina, si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco. Nel suo appartamento, tre fogli pieni di insulti contro l’Azounid (che secondo lui l’aveva sposato solo per avere la cittadinanza italiana) e qualche pensiero per Rashid: «Quel bambino non è mio figlio. Meglio non soffra più. Non può vivere con una donna mostro come la madre». A mezzogiorno e quaranta di domenica 6 febbraio in via della Guardia a Bologna.