Alberto Piccinini, il manifesto 8/2/2011, 8 febbraio 2011
CORSIVI
In questi giorni ho letto molte frasi di bambini dai 7 ai 10 anni. Parole importanti, motivi di profonde riflessioni. (...) Soprendenti i commenti sulla guerra vista come: «Bisticcio dei grandi che può essere molto pericoloso». «Forse fanno la guerra perché vogliono essere i più ricchi del mondo». (...) Ho visitato una piccola che aveva visto con forte spavento dalla sua finestra un fuoco di sterpaglie. Pochi giorni dopo vedrà in televisione le Torri Gemelle di New York bruciare. Adesso comincia a gridare ogni volta che si accende il gas, si agita e vuole che si spenga subito. La madre, così, deve cucinare di nascosto. La piccola, che disegna molto bene, prima fa il disegno delle due Torri intatte e dopo, a sinistra del foglio, un grosso fuoco e, in mezzo alle due Torri che bruciano, lei, piccola, vestita di rosso come il fuoco, che alza le braccia per non essere schiacciata. La bocca spalancata in un urlo. Soltanto con quel segno comunica l’orrore e l’incubo che ogni giorno la fa gridare quando si accendono gas o candele. Le
due Torri incendiate hanno risvegliato tanti loro fantasmi, insieme alle cose apprese dai genitori o dalla televisione. (Giovanni Bollea, «I bambini e la guerra», su Gente, 2003)