Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 8/2/2011, 8 febbraio 2011
ACCELERA L’IMPORT DI FRUMENTO - A
un mese esatto dall’ultimo acquisto – e per la prima volta dall’inizio delle violente proteste che scuotono il paese – l’Egitto è tornato a importare frumento: la General Authority for Supply Commodities (Gasc), l’ente governativo incaricato dei rifornimenti, ha confermato di aver comprato 170mila tonnellate di grano tenero da Usa, Argentina e Australia. La decisione – che ha contribuito a spingere le quotazioni del cereale ai massimi da quasi tre anni – è stata presa nel week-end, in coincidenza con la riapertura delle banche (chiuse da una settimana) e poco dopo che il ministero delle Finanze aveva annunciato di aver allocato altri 2,8 miliardi di sterline egiziane (347 milioni di euro) per accrescere i rifornimenti del cereale.
Anche se i disordini finora non hanno bloccato il trasporto di merci in Egitto, sui mercati c’è comunque apprensione: nei principali porti del paese le operazioni di scarico procedono a rilento e gli sportelli bancari, benché tornati ad accogliere il pubblico, hanno tuttora orari di apertura molto limitati, il che continua a creare difficoltà nell’ottenimento delle lettere di credito. Più a lungo termine c’è inoltre il timore che il primo importatore mondiale di grano possa dover ridurre gli acquisti a causa di difficoltà finanziarie: gli analisti di Crédit Agricole stimano che i danni provocati dalla crisi ammontino ad almeno 310 milioni di dollari al giorno.
Il ritorno del Cairo sul mercato ha placato in parte le preoccupazioni, contribuendo a spingere in rialzo i prezzi del frumento. All’Euronext è stato aggiornato il record da marzo 2008 (a 277,75 €/tonn), mentre al Cbot – dove le posizioni nette lunghe dei fondi di investimento sono ai massimi dall’estate 2007 – le quotazioni hanno chiuso molto vicine ai massimi biennali (858,75 cents per bushel).
A incoraggiare gli investitori non c’era soltanto l’Egitto. I trader segnalano che negli ultimi tre giorni molti altri paesi hanno emesso bandi per l’importazione di grano. Tra questi ci sarebbe l’Algeria, in cerca di altre 50mila tonnellate, dopo averne acquistate 1,8 milioni nel giro di un mese. La Turchia, che fino all’anno scorso esportava, ha annunciato che intende acquistare 300mila tonn. di grano da macina, dopo un analogo acquisto in gennaio. La stessa quantità serve all’Iraq, dove le carenze hanno fatto triplicare i prezzi della farina, mentre il Bangladesh è in cerca di 50mila tonn. di grano e 30mila di riso. Come se non bastasse, le temperature polari che hanno investito il Midwest degli Stati Uniti non accennano a risalire, accrescendo di giorno in giorno i timori per l’integrità dei raccolti.