Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore 8/2/2011, 8 febbraio 2011
JP MORGAN RISCOPRE L’ETÀ DELL’ORO
Fidarsi dei bond ellenici o di quelli irlandesi? Ah, saperlo. Dilemma tanto più grave quando occorre decidere se accettare asset in garanzia. Così JP Morgan Worldwide Securities Services ha deciso di tagliare la testa al toro: d’ora in poi accetterà come "collateral" per le operazioni di prestito titoli e di pronti contro termine anche i lingotti d’oro. E un domani, ha già fatto sapere, non è escluso che faccia lo stesso con altri metalli preziosi o materie prime in generale. Contro le insidie della finanza, dunque, un ritorno alla "fisicità" primordiale da parte di uno dei maggiori player internazionali nel campo dei servizi in titoli finanziari, con 16.100 miliardi di dollari di asset in custodia e 7.300 miliardi di fondi in amministrazione. Lo chiedono i clienti, che hanno puntato sull’oro per proteggersi dall’inflazione e in questo modo riescono a rendere "flessibile" anche il lingotto. Ma la mossa potrebbe avere anche altre spiegazioni, dal momento che JP Morgan Wss funge da banca depositaria per gli Etf (Exchange traded funds) su oro e argento. A ottobre anche la clearing house del Chicago Merchantile Exchange, una delle più grandi Borse a termine su commodities, aveva deciso di accettare l’oro fisico come collaterale. E dove conserva il suo tesoretto di garanzia? Guarda caso, nei forzieri londinesi di JP Morgan.