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 2011  febbraio 08 Martedì calendario

FERRARELLE STUDIA LO SPOT SU FACEBOOK - I

social network stuzzicano la fantasia delle aziende, che iniziano a programmare anche in Italia i primi investimenti pubblicitari su un medium ancora in erba, almeno dal punto di vista dell’advertising. In cima ai desideri di imprenditori e multinazionali, tra qualche ingenua improvvisazione e serissimi fidanzamenti ufficiali, c’è Facebook, il primo della lista anche nelle menti dei responsabili marketing, inebriati dalla valutazione "stellare" del sociale network – 500 miliardi di dollari – emersa con l’avvicinarsi della quotazione a Wall Street del "giocattolino" spuntato nel giardino di Harvard. Una hýbris che parte in realtà da un dato ancora più semplice: l’audience di Facebook, che solo in Italia conta 12 milioni di utenti al giorno (18 milioni ogni mese), fa gola ai signori dello spot. Che tradotto significa: andare a "pescare" i consumatori nell’affollatissima agora virtuale – che è soprattutto luogo attivo di relazioni, al contrario della televisione – dove trascorrono una quota crescente del loro tempo.

Ci sono aziende come Danone, che hanno indetto di recente una sorta di sondaggio online, proprio su Fb, per capire quale fosse il gusto potenzialmente più amato dal popolo della rete di un suo yogurt. Oppure Ferrarelle che in Italia ha da poco investito 100mila euro per portare online, sempre su Facebook, la campagna Unicef per i bambini del Ciad, contro la carenza d’acqua, con un’applicazione ad hoc che ha raccolto quasi 50mila "fan" in poche settimane. Un’iniziativa di beneficienza che punta a rafforzare l’immagine del brand dell’acqua con le bollicine naturali e che potrebbe essere l’inizio di una vera e propria strategia legata all’elemento social.

Spiega Annalisa Altini, responsabile marketing di Ferrarelle: «Per il 2011 vorremmo investire altri 100mila euro e forse anche di più in Facebook e altre piattaforme di questo tipo, partendo da uno spot virale, per il quale stiamo cercando l’agenzia, che andrà online nel primo quadrimestre dell’anno». Numeri ancora piccoli, per un’azienda che fattura 130 milioni l’anno e che ne investe in pubblicità circa 10, ma importanti per indicare un trend.

«Facebook è più frequentato persino di eventi televisivi come la finale di Champions League – racconta Luca Colombo, country manager per l’Italia di Facebook – quindi è naturale che i pubblicitari siano ingolositi dai social network. Anche gli imprenditori hanno capito le potenzialità dello strumento anche perché, poi, i ritorni in termini di feedback si vedono».