Antonio Dini, Il Sole 24 Ore 8/2/2011, 8 febbraio 2011
LA GRECA CHE VOLÒ PIÙ SU DI ICARO
Di lei le compagne di college dicevano: «È la greca che vuole arrivare più in alto dai tempi di Icaro». Arianna Huffington, nata Stassinopoulos il 15 luglio del 1960 ad Atene, non ha mai dubitato di essere destinata a grandi cose. Non ne ha dubitato neanche quando, ancora sedicenne, si trasferì con la madre a Cambridge, in Gran Bretagna, con una borsa di studio per il Girton College e veniva presa in giro per il forte accento greco (che dopo quarant’anni ancora si porta dietro). Ha contrapposto la determinazione con la quale partecipava a tutti gli eventi sociali e mondani a cui poteva, ed è diventata il terzo presidente donna nella secolare storia della Cambridge Union Society nonché la prima conduttrice donna del talk show della Bbc «Saturday Night at The Mill».
A lungo fidanzata con il giornalista inglese Bernard Levin, recentemente scomparso, nel 1980 si trasferì negli Usa e cominciò a frequentare i salotti delle grandi città americane: da Washington a New York, a San Francisco e soprattutto a Seattle, dove conobbe la famiglia Getty e il suo futuro marito, Michael Huffington. Personaggio controverso quest’ultimo: erede di una dinastia di magnati del petrolio, repubblicano, deputato e poi candidato al Senato per la California, venne sconfitto da Dianne Feinstein ma la moglie, Arianna, si scoprì una delle migliori attiviste repubblicane di sempre. Decine di comizi, tour nello stato della California, comparsate in televisione e alla radio. Divorziata nel 1997 (il marito ha poi rivelato pubblicamente di essere bisessuale ed ha iniziato una nuova vita come attivista per i diritti di gay e lesbiche) Arianna non si ferma.
Intanto, scrive libri: da una discussa biografia di Maria Callas a un’altrettanto discussa storia di Pablo Picasso. Ad attirare l’attenzione della critica non è però il punto di vista originale, quanto le accuse di plagio, poi ritirate. La Huffington nel frattempo allarga il suo giro di frequentazioni e le sue attività in ambito editoriale e sociale. Secondo il settimanale New Yorker, che le ha dedicato ben due ritratti, lei diventa una delle più famose e mondane signore d’America, che gira gli Usa con tre Blackberry e uno staff personale per parlare a conferenze di club, incontri con scrittori, serate filantropiche.
Nel 2005 l’incontro che cambia la sua vita con l’ex manager di Aol, Kenneth Lerer, assieme al quale lancia il suo terzo sito web: l’aggregatore di notizie Huffington Post. Sei sezioni «verticali», una galassia di blog con duemila tra amici e conoscenti di Arianna, che scrivono su qualsiasi argomento, monitorati da una minuscola redazione. Mentre Lerer coordina di fatto il giornale, Arianna gira per l’America e poi in tutta Europa per promuoverlo, trovare nuovi sponsor, aggregare blogger tra le celebrità locali (anche qui in Italia). Unici requisiti: essere brillanti e saper scrivere in inglese.
Il successo dell’Huffington Post, definito il primo dei «post-giornali», è esplosivo come quello della sua fondatrice. In sei anni diventa il trentunesimo sito più visto negli Usa, il numero 128 al mondo. Con soli 60 dipendenti pubblica ogni settimana duemila notizie, commenti e tantissimi scoop grandi e piccoli, raccolti grazie al fatto che spesso a scrivere sono gli stessi protagonisti di quella società e politica di cui si parla nelle altre testate online e di carta stampata. In passato hanno scritto per lei anche Hillary Clinton e lo stesso Barack Obama.
Fino a che non arriva l’acquisizione per 315 milioni di dollari (nella quale l’immancabile Lerer pare abbia avuto un ruolo non secondario) che proietta la Huffington al vertice delle news del colosso Aol. La greca che è volata più in alto di tutti dai tempi di Icaro.