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 2011  febbraio 08 Martedì calendario

GLI AYATOLLAH: AL BANDO LA PIZZA

Per le severe autorità religiose iraniane sono l’avanguardia delle «mollezze» delle decadenti società occidentali, che subdolamente si stanno infiltrando nella Repubblica islamica. Per milioni di giovani iraniani, soprattutto a Teheran, un modo semplice e indolore di adeguarsi a uno stile di vita moderno, alla moda, passare una serata tra amici e magari fare colpo su una ragazza o un ragazzo. Lo scontro era inevitabile ed è arrivato. Per ora solo in tivù, da dove il presidente dell’emittente statale, Irib, ha bandito «tutti i programmi in cui si parla e si insegna a cucinare piatti stranieri». Nemico numero uno: la pizza. Il più diffuso, dilagante, «piatto straniero» che sta soppiantando le ricette tradizionali, alle quali le reti nazionali dedicheranno d’ora in avanti programmi «appositi», con una «forte squadra di esperti e commentatori».
Difficile capire se controffensiva culturale riuscirà a stoppare o almeno ridimensionare la mania per la cucina etnica in Iran, dove etnico significa sostanzialmente occidentale. Qui a essere minacciati sono i chioschetti del kebab, che non reggono la concorrenza di pizzerie, fast-food, baracchini che preparano hot-dog, o ristoranti con cucina giapponese. In molti caffè si servono espresso e cappuccino. Mozzarella, mascarpone e camambert si trovano in molti negozi e nei supermercati gli scaffali sono pieni di spaghetti, lasagne, rigatoni prodotti da industrie locali, non si sa quanto aderenti al modello originale.

Un’onda inarrestabile che negli ultimi dieci anni ha cambiato il volto della capitale iraniana. Le autorità religiose si sono scagliate invano contro il nemico, hanno cercato di nazionalizzare almeno i nomi più in voga. Pizza dove diventare «boccone elastico», kesh loghmé in persiano, ma non ha avuto successo. Stessa sorte ha avuto la campagna contro i nomi stranieri, soprattutto in inglese, nelle insegne dei ristoranti. Mentre, anche sui canali di Stato, prendevano piede programmi eretici. Saman Golriz, un cuoco che ha lavorato a lungo in Canada, è diventato una star insegnando ricette occidentali. Nei programmi sono apparsi anche ospiti stranieri, compreso un italiano che ha spiegato come si prepara la Margherita. Era troppo. D’ora in poi solo koresh e «latte persiano» cioè yogurt. Almeno in tv.